lunedì 22 dicembre 2008

Via quel titolo!

La deontologia dei titolisti


Non mi voglio unire alla crociata contro Danilo Taino, corrispondente da Berlino del Corriere della sera, perché so che i titoli degli articoli non li fanno i giornalisti, ma quello che titola il Corriere online oggi è semplicemente assurdo e vergognoso.

Le critiche allo Jugendamt avanzate da Taino sono giuste e condivisibili, ma quell'occhiello evoca idee completamente sbagliate. Se la dignità del giornale si vende per qualche click, noi qui non ci stiamo.
Per favore, restituiteci la notizia nuda, vera, semplice.


lunedì 8 dicembre 2008

Alla larga!

Un film...


...che non andrò a vedere! E non per "Oronzo Canà".

domenica 7 dicembre 2008

Fenomenologia del mercatinista di Natale

Alle Jahre wieder...


I Venite Adoremus: quelli che, cascasse il mondo, quando aprono i mercatini di Natale, loro tornano bambini. Per loro i mercatini sono un luogo sacro. Ne varcano la soglia e si fanno il segno della croce. Camminano stando attenti a non fare troppo rumore. Le loro corde vocali sono in grado di riprodurre tutte le variazioni foniche di ogni qualsiasi esclamazione di stupore. 
Ai proprietari degli stand il Venite Adoremus piace poco perché è logorroicamente prodigo di sguardi, soffre di exclamatio precox convulsiva e reiterata, ma è stiticamente avaro nelle spese.

I subprime: quelli che lo sanno che al mercatino non ci dovrebbero andare, perché il mutuo, perché la rata della macchina, perché la retta dell'asilo, perché gli aumenti delle utenze, perché il contratto a termine eccetera eccetera.
Ma li vedete sempre lì, con l'espressione malinconica di un bimbo felice che sa di dover essere triste. Rispondono alle tue occhiate con lo sguardo truce di chi dice: "Te ne freghi di me per tutto il resto dell'anno. Perché non mi lasci in pace anche ora?"

I vin brülettari: quelli che con i mercatini sono cresciuti. Dividono il mondo in "noi" e "quelli". Quelli sono turisti, "noi" sono gli autoctoni. E non autoctoni della zona: sono autoctoni del mercatino di Natale, della piazza, del miscelatore di vino caldo e speziato. Per loro l'essenza del mercatino è uscire dal lavoro la sera e andare a bere un vin brüle con i colleghi o gli amici. Tutto il resto è cornice. Inspiegabile, ma carina.

I nipponensi: quelli che esprimono alla massima potenza l'ingenuità americana e la curiosità giapponese. Tanti li deridono, alcuni li fotografano e nessuno ha capito che sono anche gli unici che permettono a tutti gli stand che non vendono vin brüle di campare e quindi ai mercatini di perpetuare il rito annuale della loro esistenza: comprano candele a quintali, palle di vetro a metri cubi e addobbi di paglia come rotoballe, neanche avessero in gestione le stalle di Augia. Casa loro dev'essere un misto tra una cappella votiva e un film dell'orrore. Ma loro ci stanno bene.

Gli alloctoni culturali: quelli che fanno vedere a chilometri di distanza con quali pregiudizi sono partiti. Vanno a Norimberga convinti di andare a Ortisei, vestiti come se dovessero andare sulle piste da sciare; ci rimangono male perché non trovano neanche un Sanbernardo con la botticina attaccata al collo e appena tornano a casa si lamentano con l'operatore turistico che gli ha venduto il pacchetto perché non c'era la neve. E, se c'era, era poca e sporca.

I GT (Gran Touristi): quelli che durante l'anno sono sempre malatini, ma quando è ora di fare il Gran Tour ritrovano insperato vigore. Per il ponte dell'Immacolata infilano in serie i mercatini di Trento, Bolzano, Bressanone, Innsbruck, Monaco, Augusta e Norimberga. I migliori, dopo anni di allenamento, riescono a farci rientare anche Rothenburg o.d. Taube. La monotonia dei mercatini li galvanizza, poi tornano a casa e la monotonia della vita li deprime di nuovo.

Gli snob: quelli che i mercatini sono cose da popolino. Loro sono di intelligenza superiore e la utilizzano negli undici mesi in cui i mercatini non ci sono per inventarsi scuse plausibili per andarci lo stesso. Fanno finta di essere sorpresi se ti incontrano, quando è evidente che ti hanno pedinato. Ti avvicinano e ti attaccano un chilometrico bottone perché tu sei la giustificazione della loro presenza peccaminosa in questa bidonville amorale e perversa della società. 
Per rimarcare la distanza con l'ambiente che li circonda, parlano di politica e di tasse o al massimo ti chiedono un consiglio bibliografico per un regalo di Natale. Ma solo saggistica, please!

lunedì 17 novembre 2008

Quelli che indietro non ci tornano

Gli italiani del Max Planck di Garching

Di fronte ad articoli come questo non so mai se essere felice o depresso.

domenica 16 novembre 2008

Heilmann "rilibera" Wikipedia

Scusate, non volevo...

Dopo aver scoperto che la voce sul proprio conto conteneva alcuni errori, Lutz Heilmann, deputato de "Die Linke", il partito populista di sinistra del panorama politico tedesco, ha intentato causa alla società che gestisce Wikipedia in Germania. Il tribunale ha così ordinato di vietare che la pagina www.wikipedia.de reindirizzasse alla pagina vera a propria della wikipedia tedesca (de.wikipedia.org).
La pagina in questione appare quindi posta sotto sequestro:

Screenshot della pagina di www.wikipedia.de sottoposta a seuqestro in seguito alla denuncia del deputato de Die Linke Lutz Heilmann


Nessuna conseguenza per i contenuti

L'azione intentata da Heilmann non ha però cancellato o reso inaccessibili le pagine dell'enciclopedia libera tedesca, che anche per tutto il tempo del sequestro sono rimaste raggiungibili all'indirizzo originale. I contenuti di tutte le Wikipedie, infatti, sono salvati su un server negli Stati Uniti e noon sono perciò soggette al diritto tedesco.

L'azione di Heilmann ha però avuto altre conseguenze:

  • L'articolo che lo riguardava e che conteneva i passaggi incriminati è stato revisionato.
  • L'azione ha scatenato un'ondata di proteste immensa. L'indice di gradimento di Heilmann è precipitato a tal punto e velocissimamente, facendo crescere un moto di indignazione senza precedenti, come se il deputato si fosse messo a prendere a calci un cucciolo di orso polare davanti alle teleccamere accese (corsivo da Focus.de).
  • Secondo quanto afferma la Heidenheimer Neue Presse, l'azione di Heilmann ha portato al quintuplicarsi delle donazioni a Wikipedia, che ha iniziato da poco l'annuale campagna di raccolta fondi. Se infatti di solito la Wikipedia tedesca raccoglie circa 3000 euro al giorno, sabato, in seguito alla chiusura della pagina web, sono arrivati nelle casse dell'Associazione Wikimedia.de ben 16000 Euro.
Stupito di aver provocato tanto rumore, Heilmann ha provveduto a ritirare la denuncia annunciando:
Der juristische Weg hat sich dafür insoweit als problematisch erwiesen, als durch die Struktur von Wikipedia die anderen Userinnen und User in Mitleidenschaft gezogen werden. Das war nicht meine Absicht.
[La via legale si è dimostrata problematica in quanto attraverso la struttura di Wikipedia gli altri utenti e le utenti hanno dovuto sopportare disagi. Ciò non era nelle mie intenzioni.]

Delle due l'una: o Heilmann era d'accordo con Wikipedia per fare pubblicità all'enciclopedia e allora siamo di fronte ad una trovata geniale, oppure il deputato de "Die Linke" ha molti soldi da buttare e un quoziente d'intelligenza un po' scarsino: poteva registrarsi gratuitamente e collaborare a cambiare l'articolo che lo riguarda. Avrebbe risparmiato un sacco di quattrini e si sarebbe esercitato in quella che, da noi, si chiama democrazia.

martedì 4 novembre 2008

Aver ragione e riuscire a finir nel torto

Sulla polemica Napolitano-Frankfurter Allgemeine


La notizia della polemica tra la Presidenza della Repubblica italiana e il quotidiano tedesco conservatore Frankfurter Allgemeine Zeitung è stata ripresa da praticamente tutti in Italia e ignorata in Germania. Sulla "Stampa" segnalo un commento di Gian Enrico Rusconi, profondo conoscitore dei rapporti tra Italia e Germania e certo non sospettabile di sentimenti avversi verso quest'ultima.

Anche se qui si è già detto che il giudizio della cassazione italiana è storicamente pericoloso e, probabilmente, legalmente sbagliato, non si può non aggiungere ora che l'articolo della "FAZ" è stupido, miope, arrogante e superficiale, che mischia fatti storici a piacimento e finisce per cadere nello stesso errore - rovesciato - della cassasione italiana, dando all'Italia di oggi la colpa e insinuando il dovere morale del risarcimento del "tradimento" del '43.

Di queste bestialità non se ne sentiva proprio il bisogno, cara FAZ.

mercoledì 22 ottobre 2008

Strage di Civitella: Berlino deve pagare

La Cassazione italiana condanna la Germania al risarcimento danni


Non mi intendo di diritto e men che meno di diritto internazionale, ma a me sembra che questo pronunciamento della Cassazione sui fatti di Civitella sia estremamente pericoloso e inneschi un processo senza fine di rivendicazioni dannose, ancora prima che inutili.

martedì 30 settembre 2008

Cambio alla guida della CSU: arriva Seehofer

Chi è il nuovo capo dei Cristiano-Sociali bavaresi


Horst Seehofer, che ha appena raccolto la difficile eredità di segretario della CSU da Erwin Huber, è la personalità più di spicco che i cristiano sociali bavaresi abbiano da proporre al momento. Nel panorama piuttosto austero della CSU Seehofer è infatti l'unico (dopo l'uscita di Gabriele Pauli) che non sia afflitto da quel modo di fare da burocrate triste che caratterizza allo stesso modo e senza distinzioni la gerarchia del partito.

Specializzato da sempre su temi legati al sociale, ha ricoperto per questo a livello federale la carica di ministro della sanità negli ultimi due governi Kohl ed è attualmente ministro per l'agricoltura, l'alimentazione e la difesa dei consumatori.

Nato e cresciuto a Ingolstadt, deve forse alla sua origine (il padre era un operaio) la capacità di trovarsi a proprio agio in temi che dovrebbero essere più consoni ai suoi colleghi socialdemocratici. Questo l'ha portato però anche al confronto acceso con il suo stesso partito, come in occasione delle sue critiche alla riforma sanitaria del 2004.

Dopo la rivoluzione interna che ha portato alla cacciata di Stoiber, Seehofer si è candidato alla presidenza del partito, contro le logiche della stessa CSU, che sperava in una candidatura unica di Huber.
Alcuni sospettano che proprio questa sua decisione abbia scatenato la reazione dei vertici della CSU, che sarebbe responsabile in modo neppure troppo indiretto della campagna di diffamazione intentata dalla Bild Zeitung, il quotidiano più venduto in Germania, contro il gigante (poco meno di 2 metri) di Ingolstadt.

La Bild, infatti, ha pubblicato foto e articoli sul figlio avuto da Seehofer in una relazione extraconiugale puntando a mostrare la sua inadeguatezza a condurre un partito che fa dei valori tradizionali della famiglia una delle colonne portanti del suo pensiero.

Ora Seehofer torna a Monaco da vincitore, sapendo di avere dalla sua la base, ma conscio diavere pochi estimatori nel suo partito.

lunedì 29 settembre 2008

Teste che rotolano

La CSU dopo la sberla elettorale


Oggi, com'era facile immaginare, è cominciata la guerra del giorno dopo in Baviera. Grandi decisioni sembrano essere state rimandate ai prossimi giorni, ma che si deve arrivare alla resa dei conti è chiaro e leggibile in ogni dichiarazione rilasciata dei vertici del partito cristiano sociale.


Tutti, all'interno della CSU, si prodigano in dichiarazioni, prese di posizione, distinguo... Insomma è cominciata la caccia al colpevole. Huber, ieri sera, ha detto (giustamente) che i problemi non sono stati prodotti tutti nell'ultimo anno sotto la sua guida ma anche già prima (si pensi al tema Transrapid).


Ora il partito accusa il duo Huber-Beckstein di non aver saputo raggiungere il cuore degli elettori e di aver allontanato il partito dalla base. Insomma: urgono contromisure efficaci. Peccato che Huber e Beckstein siano stati eletti alle cariche che ricoprono.


La domanda è: può una gerarchia di partito che aveva in corsa un Seehofer e ha scelto un Huber avere la forza, la lungimiranza e l'intelligenza di recuperare il famoso contatto con la base?

Mezzo milione di voti in meno

I voti persi in dieci anni


Affluenza alle urne per le elezioni regionali bavaresi del 2008. Fonte: ministero degli interni bavareseTra le elezioni del 1998 e quelle del 2008 sono andati persi oltre 500.000 voti. Nonostante un timido recupero registrato ieri, l'affluenza alle urne in Baviera rimane molto bassa: 58,1%. Rispetto alle consultazioni elettorali di dieci anni prima un secco -11,7%. Sarebbe il terzo partito in ordine di grandezza in Baviera.

domenica 28 settembre 2008

Elezioni in Baviera

Sei cose chiare

Non so come andranno a finire i conti sulla spartizione dei seggi al parlamento bavarese, ma due o tre cose si possono già dire:

  • La Baviera si stacca dalla CSU, ma non si sposta di un centimetro a livello politico. Esiste e persiste un blocco storico e conservatore che questa volta si è diviso tra i cristiano-sociali, i liberali e i Freie Wähler;
  • Franz Maget, leader storico della socialdemocrazia bavarese, che pure non mi sta antipatico, ha una bella faccia di bronzo, perché ha commentato come se il suo partito avesse spopolato, invece se va bene non ha perso rispetto alle ultime elezioni;
  • ancora non si è parlato di affluenza. Bisogna infatti ricordare che il risultato spettacolare della CSU delle passate elezioni era stato dovuto anche all'affluenza più bassa della storia del dopo guerra;
  • Seehofer sarà il Messia a cui verrà affidata la ricostruzione della CSU. Huber, presidente del partito, sarà costretto ad andarsene;
  • Beckstein potrebbe rimanere, anche se ora la CSU deve costruire una coalizione e certo Beckstein non è il più spendibile in questo senso;
  • La cosidetta coalizione arcobaleno (tutti contro la CSU) rimane una barzelletta. Credo (spero) che non ci creda proprio nessuno.

  • Il resto a bocce ferme.

    lunedì 8 settembre 2008

    Kurt Beck: il discorso di addio

    Accusa la stampa, intende i compagni di partito


    Blogosfera molto attenta ai ribollimenti in casa SPD. Prima in ordine di tempo arriva l'analisi di Zeitspiegel, che in tempi ancora quasi non sospetti (3 settembre) dava per certa la candidatura di Steinmeier e riportava "le enormi difficoltà del presidente della Spd Kurt Beck". A ridosso del congresso straordinario della SPD seguono le notizie e i commenti di Walking Class e di Germany News.
    Pierluigi Menniti (Walking Class) parla di "terremoto", mentre Giovanni Boggero (Germanynews) definisce la svolta del partito socialdemocratico tedesco "storica".


    Io aggiungo alla discussione le poche parole con cui Kurt Beck ha annunciato ufficialmente di rinunciare alla presidenza del partito:

    Ho reso pubbliche oggi le mie dimissioni da presidente della SPD. La scorsa notte il piano approntato da me e da Frank-Walter Steinmeier, che prevedeva di partire con la nomina di Steinmeier a candidato per la cancelleria e di impegnarsi insieme per una vittoria alle elezioni politiche del 2009, questo piano è stato affossato.
    Dopo che io, oltre due settimane fa, avevo chiesto a Frank-Walter Steinmeier di assumersi l'impegno della candidatura, ci siamo preparati con attenzione e riservatezza a questo passo in una serie di incontri. Faceva parte di questo nostro piano per la compattezza del partito anche l'idea di coinvolgere l'ex presidente del partito Franz Müntefering.
    A causa dell'incontro straordinario dei ministri degli esteri della UE a Bruxelles del 1 settembre, si è dovuta spostare la data della comunicazione della candidatura ad oggi.
    A seguito di informazioni false appositamente propagate, i media hanno dato una rappresentazione di questa mia scelta completamente diversa. Tutto ciò aveva ed ha lo scopo di togliere al presidente del partito la possibilità di agire e di prendere decisioni. Posto davanti a questo stato delle cose non vedo più possibilità di proseguire nella mia funzione con l'autorità necessaria all'ufficio.
    Ho raccolto questo compito per aiutare il partito. Poiché oggi ciò non sembra più possibile, ho tratto queste conseguenze.
    Spero che la SPD possa ora presentarsi unita nella battaglia elettorale in corso e in quella a venire e spero che da queste elezioni esca vittoriosa e auguro ai miei successori in bocca al lupo.

    [Testo originale da Sueddeutsche.de]

    Il comunicato, che a prima vista può sembrare scarno e burocratico, dice in realtà alcune cose sia sulla personalità di Beck, sia sul come possono essere andati effettivamente i fatti:


    • Innanzitutto mette in chiaro l'orgoglio di Beck, che fino all'ultimo non rinuncia a voler difendere l'idea, che l'investitura di Steinmeier è avvenuta dall'alto, per grazia ricevuta. Il comunicato dice infatti non solo che Beck ha chiesto a Steinmeier di assumere la candidatura, ma dice anche "il piano approntato da me e da Frank-Walter Steinmeier". Nella lingua tedesca è però prassi mettere l'altra persona al primo posto. Con questa inversione Beck ha sottolineato ancora una volta la gerarchia all'interno del partito.

    • I mezzi di informazione vengono incolpati di essersi prestati al gioco sporco di chi ha propagato informazioni false. Il cerchio delle persone che possono aver messo in circolo queste informazioni è però a mio modo di leggere il comunicato di Beck, assai ridotto. Visto che Beck aveva condotto riunioni riservate con Steinmeier, non può che arrivare da lui o dal suo entourage la soffiata ai giornalisti. Oppure, al massimo, da Müntefering, sicuramente contattato nei giorni scorsi per sondare la sua disponibilità ad imbarcarsi nella nuova struttura di comando del partito.

    • Beck lascia mostrando di voler essere superiore ai suoi avversari interni. Lui parla di una situazione che rendeva impossibile il lavoro al presidente del partito. Non dice "...di togliere a me la possibilità...", ma "di togliere al presidente del partito la possibilità". La gravità di quanto è successo è quindi non rivolta contro la persona di Beck, ma contro la funzione che ricopriva. È un attacco al partito e alle sue strutture democratiche, che vengono sovrastate da un colpo di stato interno in piena regola.

    • Allo stesso modo l'augurio finale di Beck non si rivolge a dei compagni di partito e di strada, uomini e donne in carne e ossa e con nome e cognome, ma a delle persone viste e considerate esclusivamente per la funzione che esercitano: la scelta stilistica di Beck rivela quindi un legame al partito e il riconoscimento della necessità di una certa (auto)disciplina (quella stessa disciplina mancata inmaniera evidente in questi mesi). 
    Quello che sembrava uno scarno comunicato si rivela un mezzo testamento politico...

    giovedì 31 luglio 2008

    In fumo le leggi contro il fumo

    Corte costituzionale tedesca stabilisce incostituzionalità della legislazione antifumo


    Non mi è ben chiaro in base a quale principio ieri la corte costituzionale tedesca abbia deciso che alcune delle normative in vigore a livello di Land che regolano il fumo nei locali pubblici siano incostituzionali (azzeccato, comunque, il commento di Taino sul Corriere).
    Secondo i giudici di Karlsruhe, infatti, la legislazione attuale svantaggerebbe i gestori di locali che hanno una sola stanza rispetto a quelli che ne hanno almeno due, che possono quindi, in alcuni Länder, destinare una stanza chiusa e separata ai fumatori.

    Se questo è il principio che regola la sentenza, allora mi aspetto cause di migliaia di proprietari di Trabant, Panda, 2Cavalli e utilitarie di ogni tipo, che ogni giorno sulle autostrade tedesche devono sopportare l'ingiustizia di dover viaggiare a 80 all'ora perché il motore non dà di più, mentre i proprietari di Porsche e Mercedes li sorpassano impunemente a 230 all'ora.

    La proprietà o l'uso di una macchina più piccola è infatti un chiarissimo svantaggio economico e sociale: costringe ad alzarsi prima per fare in più tempo la stessa strada, quindi a dormire meno, quindi ad essere meno riposati e in definitiva ad essere esposti con maggiori probabilità al pericolo di compiere errori sul lavoro.

    Trabantisti di tutta la Germania unitevi: per diritto costituzionale vi spettano i limiti degli 80 km/h su tutte le autostrade della Repubblica!

    martedì 29 luglio 2008

    Musica italiana in Austria

    Mi vergogno un po' di postare in pieno stile "Sommerloch", ma tempo e umore non mi concedono altro.


    Il terzo canale della radio austriaca OE3, che ha un target di pubblico abbastanza giovane, ha pubblicato la lista delle dieci canzoni italiane più apprezzate dal pubblico della radio, che si può con buona approssimazione definire come un campione rappresentativo dei giovani austriaci o comunque degli adulti che apprezzano la musica che trova posto tra il pop e il rock.


    Risultati sorprendenti?


    Devo dire che, nonostante vari anni trascorsi al nord delle Alpi, queste classifiche mi colgono sempre un po' di sorpresa, perché sono la chiara dimostrazione del fatto che avremo pure l'Europa unita, avremo pure la generazione Erasmus, avremo pure Schengen, avremo pure milioni di turisti austroteutonici ogni estate sulle nsotre spiagge, ma la musica che passa per radio è specchio di un'Italia parallela, che continua imperterrita ad esistere nella mente dei nostri vicini. E credo che neanche il DDT sarebbe di aiuto...


    Ma ecco la "Top-Ten" (dal decimo, in alto, al primo, in basso):


    1. Umberto Tozzi/RAF- "Gente Di Mare"

    2. Adriano Celentano – "Azzurro"

    3. Gazebo – "I Like Chopin"

    4. Eros Ramazzotti – "Un’Altra Te"

    5. Eiffel 65 – "Blue"

    6. Tiziano Ferro – "Stop! Dimentica"

    7. Fabrizio De Andre – "Andrea"

    8. Eros Ramazzotti – "Adesso Tu"

    9. Zucchero – "Baila (Sexy Thing)"

    10. Gigi D'Agostino – "La Passion"


    A parte De Andrè, che io avrei fatto entare nella Top Ten anche con una versione musicata dell'elenco del telefono di Genova, il resto fa abbastanza cadere le braccia...

    venerdì 11 luglio 2008

    Stampa italiana e stampa tedesca

    Confronto di due entità inconfrontabili


    Mi sono abituato, con gli anni, alla serietà e sobrietà della stampa tedesca (quella seria) e ora apprezzo molto i muri di lettere che una volta mi spaventavano e mi facevano rimpiangere la variopinta stampa italiana, così piena di foto, di figurine, di schemi e di piantine...
    E così vuota di notizie.

    mercoledì 9 luglio 2008

    La Baviera spia

    Su un tema di cui nella blogosfera tedesca si è discusso parecchio, segnalo un articolo di Punto Informatico.

    giovedì 19 giugno 2008

    Eppur si parlano!

    SPD e LINKE si incontrano

    Riportata dallo Zeit e tradotta e commentata in italiano da Politicatedesca, vi segnalo la notizia di un importante (?) incontro tra due partiti che, ufficialmente, a livello federale non si parlano.

    mercoledì 18 giugno 2008

    Nuove tecnologie: la Germania avanza, l'Italia arranca

    Il ministero tedesco per l'economia e la tecnologia ha pubblicato il 3° rapporto "ePerformance" sulla politica delle innovazioni, la società delle comunicazioni e le telecomunicazioni, per analizzare lo stato di salute della Germania in rapporto ai partner europei.
    Dal rapporto si evince che negli ultimi tre anni la Germania ha compiuto progressi e accorciato le distanze rispetto al primo della classe, la Gran Bretagna.


    La posizione dei cinque paesi più popolosi


    Lo studio mette in evidenza le prestazioni dei cinque paesi europei più popolati (Gran Bretagna, Germania, Francia, Italia e Spagna) confrontando il loro livello di sviluppo in alcuni settori fondamentali della società moderna, come la diffusione della banda larga, il numero di contratti per accessi internet con DSL, il numero di aziende che hanno accesso alla rete, i fondi destinati allo sviluppo di queste infrastrutture, il peso dell'eCommerce sul commercio totale ecc...

    Posto uguale a 100 il valore medio europeo, la Gran Bretagna si dimostra prima della classe con valori superiori alla media di oltre il 20% in tutti i macrosettori (mercato generale, infrastrutture, uso) esaminati. 
    La Germania consolida il proprio secondo posto segnando valori superiori alla media europea in oltre due terzi degli indicatori presi in esame e mostrando un miglioramento di quasi tutti gli indici rispetto all'anno precedente.

    L'Italia, invece, è prima solo nell'uso della telefonia mobile, mentre in quasi tutti gli altri settori presenta un forte ritardo nei confronti dei partner europei, con distacchi anche abissali rispetto alla media europea ad esempio nell'eCommerce (posto uguale a 100 il valore delle vendite online da parte di aziende, il valore dell'Italia è 12, cioè poco più di un decimo della media europea).

    mercoledì 4 giugno 2008

    Il passato (scomodo?) di Angela Merkel

    Cosa c'è dietro il rifiuto di pubblicazione di una foto

    In questi giorni una notizie si fa timidamente strada qui in Germania e riguarda Angela Merkel, cancelliera della Repubblica Federale, chesembrerebbe avere un passato da collaboratrice non ufficiale del Ministero per la Sicurezza (la Stasi) della ex Germania Est. Ultimamente si è sviluppato un acceso dibattito sul coinvolgimento di una delle due figure più di spicco del partito della sinistra (die Linke), l'avvocato e deputato berlinese Gregor Gysi, nelle operazioni di pedinamento e spionaggio contro il chimico Robert Havemann, uno degli oppositori interni più di peso dell'ex regime della Repubblica Democratica Tedesca. 
    Ulteriori indagini giornalistiche sull'inchiesta sembrerebbero ora rivelare anche un coinvolgimento dell'attuale capo di governo della grossa coalizione.
    Il caso Havemann
    Robert Havemann (1910-1982), è stato un importante scienziato e un comunista convinto. Durante il regime nazista è stato arrestato e condannato a morte, ma la condanna è poi stata revocata per permettergli di continuare i suoi studi e i suoi esperimenti, da cui il regime nazionalsocialista si riprometteva importanti scoperte. Dopo la fine della seconda guerra mondiale Havemann ha fatto parte della SED, il partito unico socialista che avrebbe governato la Germania Est fino alla caduta del muro di Berlino, venendone espulso nel 1964 in seguito ad un ciclo di lezioni tenute all'università di Berlino e alla pubblicazione di interviste e interventi  sulla stampa occidentale, considerati di tono troppo critico nei confronti del regime. 
    Nel 1976  si rivolse con una lettera al segretario del partito unico, Erich Honecker, per protestare contro l'espulsione dalla Germania Est del cantautore Wolf Biermann (con cui una delle figlie di Havemann aveva avuto un figlio). 
    Il regime decise allora di mettere Havemann agli arresti domiciliari e di far sorvegliare la sua casa giorno e notte dalla Stasi.
    Il ruolo di Gysi e Merkel
    Gregor Gysi è accusato di aver lavorato come IM (Inoffizieller Mitarbeiter - collaboratore non ufficiale) della Stasi e di aver passato, in qualità di avvocato difensore di Havemann ai processi legati ai suoi arresti domiciliari, informazioni riservate al Ministero per la Sicurezza. Le accuse di legami tra la Stasi e il deputato populista della Linke non sono nuove e tornano a galla con maggiore o minore prepotenza, nel dibattito pubblico, anche a seconda della convenienza politica. 
    Certo non si può dire che sia un caso che in un clima di aperta campagna elettorale (elezioni regionali importanti in Baviera a settembre e politiche fra un anno), con die Linke in forte ascesa, che si cerchi di gettare discredito su Gregor Gysi, che guida questo partito insieme a Oskar Lafontaine.

    Ma se del caso Gysi si è parlato molto e ovunque, poco si è detto delle scoperte fatte dai giornalisti della WDR, che, nell'ambito delle loro ricerche e dei loro lavori per la produzione di un documentario dal titolo "Im Auge der Macht - die Bilder der Stasi" [Al centro del potere - le immagini della Stasi] hanno trovato i documenti riguardanti i tantissimi (fino a 200 al giorno) collaboratori incaricati dalla Stasi di sorvegliare la tenuta di Havemann. Tra questi ci sarebbe anche la foto di una giovane Angela Merkel. 
    I redattori del filmato avrebbero chiesto alla signora Merkel il permesso di pubblicazione del documento all'interno del loro filmato, ma il capo di gabinetto avrebbe rifiutato. Secondo quanto riportato dallo Spiegel:

    "Die Filmemacher baten Merkel um Freigabe des Bildes. Ihr Büro jedoch teilte mit, Merkel wolle aus "Gründen des Schutzes ihrer Privatsphäre", aber auch im Hinblick auf die "Gleichbehandlung bei vergleichbaren Anfragen" kein Einverständnis zur Verwendung des Fotos geben."

    [I curatori del film hanno richiesto il permesso di pubblicazione della foto. Il suo (di Angela Merkel) Entourage ha però comunicato che la signora Merkel non intende concedere il nulla osta per "motivi legati alla protezione della propria privacy" e anche per "uguaglianza di trattamento in casi di richieste simili"]

    Praticamente nessuno dei mezzi tradizionali di informazione tedeschi ha dato risalto a quella che, se confermata, sarebbe una notizia veramente importante, tanto che l'articolo più esauriente sul tema viene dalla Svizzera.

    Questi i fatti. I commenti a voi.



    mercoledì 28 maggio 2008

    Geisterfahrer: la soluzione arriva dall'Italia

    Un fenomeno tedesco


    Non ho dati per asserirlo, se non la sensazione empirica di chi ascolta spesso la radio, ma la Germania ha un problema di traffico a noi sconosciuto. Chiunque sia salito dall'italico Stivale oltre le Alpi e vi sia rimasto per un periodo neanche troppo lungo si sarà imbattuto, prima o poi, nella figura, tipicamente teutonica, del Geisterfahrer. Il fenomeno è così estraneo alla ribelle follia automobilistica italiana che da noi neanche esiste una parola per descriverlo e bisogna ricorrere ad una parafrasi. Dicesi Geisterfahrer colui che imbocca e percorre una strada (spesso un'autostrada) contromano.

    Ora io capisco le stradine inmezzo al nulla, prive di segnaletica e smaniose di emozioni forti per rompere la monotonia della vita di provincia, ma per andare contromano in autostrada, converrete, bisogna impegnarsi parecchio.

    Comunque sia, in nome dei buoni rapporti di amicizia (tanta) e stima (poca) tra Italia e Germania, ora una ditta italiana ha brevettato un sistema per aiutare gli automobilisti tedeschi.

    martedì 27 maggio 2008

    L'Italia nella musica tedesca

    In questi giorni di Toni-Tormentone mi sono preso un quarto d'ora per cercare alcune canzoni tedesche che hanno per tema l'Italia. Senza la pretesa di esaustività eccone qui alcune:

    Conny Froboess: Zwei kleine Italiener



    Spliff: Carbonara


    Rainhard Fendrich: Strada del sole


    Oliver Frank: Italienische Sehnsucht

    lunedì 26 maggio 2008

    Italia-Germania: l'ennesima tappa di un rapporto tormentato

    Nel poco tempo a disposizione abbiamo citato nei giorni scorsi due articoli che mettono in evidenza quello che la stampa tedesca pensa dell'Italia. Ora arriva la risposta, sempre sulla Süddeutsche Zeitung, ad opera del nostro ambasciatore a Berlino, Antonio Puri Purini.

    Nel lungo articolo di risposta, Purini si ritrova in pochi mesi a dover prendere per la seconda volta posizione in un dibattito nell'opinione pubblica sul ruolo e la figura dell'Italia. E a dire quello che una persona nel suo ruolo direbbe.
    In contemporanea scoppia la polemica, soprattutto in Italia e guarda caso poco prima di un appuntamento importante come gli europei di calcio, sugli stereotipi più biechi a cui fa ricorso Media Markt in una serie di spot.
    Sui video vorrei dire solo che il loro scopo è quello di far parlare di sé, di aiutare a vendere, non di creare una cultura della tolleranza. Non sono un trattato accademico. Possono dare fastidio, come a qualcuno ha dato fastidio lo spot lavazza di Bonolis e Laurentis in cui un personaggio maccheronicamente tedesco condensa in pochi secondi gli stereotipi più triti sui crucchi. Cose del genere vanno giudicate per quanto riescono a far vendere un prodotto, non per il loro valore didattico e didascalico. 
    Capisco che qualcuno si sia arrabbiato, ma il problema va cercato altrove. Proprio là dove si impantana Puri Purini. Che sottolinea giustamente i forti rapporti commerciali tra l'Italia e la Germania, ma si perde quando arriva a trattare quello che tutti possono toccare con mano: la cultura e il modo di vivere dell'Italia e degli italiani. Puri Purini si attacca, come facciamo un po' tutti quando i tempi present sono bui, alla luce dei tempi passati. Citare la traduzione del Vasari tra le opere italiane letterarie in corso di pubblicazione non è certo un complimento alla nostra produzione odierna. Chi ha letto il libro in originale sa di cosa parlo. 
    Dire che ci sono quasi 300 mila tedeschi che studiano l'italiano è dire una mezza verità presentandola dal suo lato migliore: la maggior parte di loro sono anziani. I giovani non sono attirati dall'italiano. E così, sparita la generazione dei facoltosi pensionati di oggi, la parabola inizierà la sua curva discendente. E mentre la Germania, "paese di Wagner", come dice Puri Purini, è riuscito a produrre un fenomeno musicale giovane come i Tokio Hotel, in Germania la musica italiana è ferma a Verdi e Puccini. E per lo scudetto del Bayern Monaco il pezzo più moderno che si può dedicare a Luca Toni è "Azzurro". Niente contro Celentano, per carità. Ma è minestra cotta quarant'anni fa.
    Quest'anno abbiamo centenari importanti come quello di Pavese e di Guareschi. Gli Istituti Italiani di Cultura in Germania brillano per assenza, disorganizzazione, miopia e programmi imbastiti controvoglia e senza il becco di un quattrino. Risultato: non fosse per i tedeschi, che ci hanno pensato in proprio, uno dei più grandi scrittori del '900 e lo scrittore italiano più venduto nel mondo  sarebbero passati sotto silenzio. 
    Insomma, i soliti temi. I soliti problemi. Le solite risposte. Sbagliate, signor Puri Purini. Sbagliate.

    sabato 17 maggio 2008

    Governo nuovo aria vecchia

    Che sia vero e giusto o meno, i tedeschi interpretano il nostro Paese attraverso questa lente. E questa. Vogliamo continuare a ignorarlo?

    giovedì 24 aprile 2008

    Si ricomincia...

    Gli italiani hanno votato. I tedeschi non l'hanno capita.


    Catullianamente non interpretor. Sed fieri sentior et excrucior


    (Video tratto dalla trasmissione satirica Extra 3 della NDR)

    Cosa fai domani?

    Daniele Silvestri in Germania


    Faccio volentieri un po' di pubblicità ad una serie di concerti di Daniele Silvestri qui in Germania. A differenza di altri cantanti italiani, che sembra che in questi mesi abbiano scoperto tutti improvvisamente questo paese (a questo non potevo proprio mancare), la tournee di Daniele Silvestri è fatta in economia e con il solo apporto e la sola organizzazione di privati. Niente promotion alle spalle e quindi, credo, un po' di meritata (per quanto piccola e insignificante) promotion da parte nostra, se non altro come piccolo ringraziamento a quanti si sono impegnati a farlo venire in terra di Krukkonia e nel loro piccolo si sforzano di far conoscere ai tedeschi un po' di cultura italiana "vera".

    Ecco le date:

    • 25.04.08 BERLIN,Maschinenhaus/Kulturbrauerei (Info)
    • 28.04.08 ERLANGEN, E-Werk/Klubbühne (Info)
    • 29.04.08 MÜNCHEN, Georg Elser Halle (Info)

    martedì 1 aprile 2008

    La televisione pubblica si guarda online

    Tutti i canali della televisione pubblica fruibili via P2P-TV

    A partire da oggi Zattoo ha aggiunto alla lista dei propri canali tutti i programmi della televisine pubblica tedesca, cioè il palinsesto di ARD, ZDF e dei terzi canali.

    Zattoo

    Zattoo è un programma che permette di guardare in diretta i programmi dei canali televisivi delle emittenti che hanno aderito all'iniziativa. Fino a poco tempo fa Zattoo, che sfrutta la tecnologia del traferimento dati P2P, aveva raggiunto accordi per la diffusione del programma di varie emittenti. I grandi programmi nazionali, come i privati RTL o ProSieben rimangono fuori dall'offerta, ma da oggi è disponibile la televisione pubblica. Il programma è gratuito, la qualità è discreta, la usability è ottima. Dalla Homepage sono scaricabili versioni per i maggiori sistemi operativi (Windows, Mac e Linux).

    Stando a quanto riportato da Heise, uno dei maggiori portali di informazione nel settore della tecnologia, Zattoo ha firmato un accordo con i canali del settore pubblico al momento limitato ad un anno, alla fine del quale ARD e ZDF sperano di aver raccolto un feedback sufficiente per capire quanto e in che modo investire nello sviluppo di questa tecnologia per la diffusione dei propri contenuti.

    Ratzinger: Maria non era vergine

    Clamorosa rivelazione del papa in un documento pubblicato oggi


    Stando ad alcune indiscrezioni che circolano da qualche giorno, oggi papa Benedetto XVI, al secolo Joseph Cardinal Ratzinger, dovrebbe dare alle stampe la sua nuova enciclica Virgo Animae.
    A quanto si vocifera il documento pontificio affermerebbe che "la verginità della madonna, intesa dai più in senso rigido e fisico, va considerata come paradigma più grande di una scelta di purezza interiore, al di là della sua accertabilità storica. Il dono di Maria è dono cristiano, quindi universale. È la purezza del dono di sé che cancella la macchia del peccato originale."
    Se confermato, potrebbe essere l'inizio di una nuova era nella cristianità.

    mercoledì 19 marzo 2008

    Il prof copia: premiato

    Plagio per un professore dell'università di Bonn: per punizione lavorerà meno


    Lo Spiegel riporta la vicenda curiosa di un professore dell'istituto di slavistica dell'università di Bonn, che è stato accusato di aver copiato, per una propria pubblicazione, un articolo di una sua studentessa.
    L'università ha scelto di usare la mano pesante e di non accontentarsi di semplici e inutili scuse pubbliche. Peccato che la punizione inflitta per il plagio sia in realtà un enorme regalo al professore in questione: gli è stata tolta la facoltà di esaminare gli studenti e di disporre delle finanze dell'istituto, ma il suo stipendio non cambia. Lavorerà di meno e prenderà uguale. Insomma, per un plagio gli hanno aumentato lo stipendio!

    domenica 9 marzo 2008

    Leggi che traballano

    Legge antifumo e salario minimo dei postini: quando il popolo non c'entra

    Foto: www.sueddeutsche.de

    Che le lobby di ogni ordine e grado svolgano da sempre un ruolo importante nel processo legislativo di un parlamento è un dato di fatto su cui, credo, tutti siamo d'accordo.

    A volte però capita che gli interessi delle parti si combinino in modo bizzarro e producano risultati strambi.

    Due di questi risultati riguardano leggi che hanno fatto molto discutere e che ora per motivi diversi, rischiano odi essere riviste: la legge antifumo in Baviera e il salario minimo per i postini.

    Baviera: dietrofront su fumo dopo le elezioni

    In Baviera la CSU ha scelto di scaricare la responsabilità della propria sconfitta elettorale nelle consultazioni amministrative di alcuni giorni fa sulla legge antifumo entrata in vigore all'inizio di quest'anno. Così, a quanto pare, il fumo tornerà permesso almeno nei tendoni delle grandi feste popolari come l'Oktober Fest. In realtà la stragrande maggioranza dei bavaresi è a favore dell'attuale regolamentazione in materia. La proposta di legge, però era stata una delle più contestate all'interno del partito di governo della Baviera, dove molti sono sensibili alle pressioni dei gestori e proprietari di locali e degli organizzatori della più grande festa popolare del mondo, preoccupati, più che della salute dei propri dipendenti e dei propri clienti, di quella del proprio portafogli.  
    Inoltre l'uscita di scena di Stoiber, l'ex padre-padrone della CSU bavarese, ha dato il via libera ad una serie di scosse di assestamento che servono a ristabilire l'equilibrio all'interno del partito: dalla guerra del fumo dipendono poltrone e potere, soprattutto in vista delle elezioni regionali del prossimo autunno.

    Il salario minimo dei postini: quella strana alleanza fra SPD, sindacati e grande industria

    È di poche ora fa la notizia che il tribunale amministrativo di Berlino ha dichiarato non ammissibile il salario minimo concordato dai rappresentanti dell'industria logistica e il sindacato Ver.Di alla fine dello scorso anno. Come aveva fatto notare già Alessandro Alviani su Ecogermania, l'estensione del salario minimo a tutti gli impiegati del settore e non solo ai dipendenti di Deutsche Post proprio poco prima dell'apertura completa del mercato postale aveva già suscitato polemiche in quanto tra le parti sedute al tavolo di contrattazione erano praticamente assenti i concorrenti dell'ex monopolista di stato, il cui ex amministratore delegato, Zumwinkel, aveva da mesi preteso un salario minimo per il settore. Questa sua richiesta rispondeva principalmente al bisogno della sua azienda di proteggersi nei confronti della concorrenza, che si vede ora costretta a pagare salari più alti, e aveva incontrato naturalmente il favore della SPD, alla ricerca di un campo di battaglia dove ridar vita alla propria componente sociale e di attenzione al mondo dei lavoratori e ai sindacati di settore. I concorrenti di Deutsche Post, però, hanno fatto causa. Il tribunale di Berlino sembra, per il momento, dargli ragione.

    sabato 8 marzo 2008

    Italiani nella scuola tedesca: i dati

    Qualche cifra per riflettere sul problema

    Da mesi mi riprometto di pubblicare un po' di dati sul(l'in)successo scolastico dei ragazzi di origine italiana nella scuola tedesca. Al problema del basso livello di istruzione dei nostri connazionali nelle aule della Bundesrepublik si è accennato più volte e in più sedi, anche in questo blog. Spesso ci si è limitati a dare opinioni senza fornire numeri e cifre che potessero costituire una base per un ragionamento più legato al problema reale e meno alle ideologie. Con il poco tempo a mia disposizione vorrei ora provare a cominciare a colmare questa lacuna.

    Tutti i dati citati in questo post, se non esplicitamente indicato, sono presi dal documento della commissione per la migrazione, gli esuli e l'integrazione del governo della Repubblica Federale Tedesca del 2004, accessibile qui in formato .pdf.

    Lo studio in questione analizza la presenza e il successo della componente straniera in relazione a quella tedesca nelle strutture scolastiche di ogni grado e livello.

    Dati generali

    Formazione prescolare

    Nel 2004 la percentuale di bambini stranieri sul totale degli iscritti a strutture educative prescolari era di quasi il 25%. Vuol dire che negli asili della Germania un bambino su 4 è di origine straniera. L'ufficio federale per le statistiche riporta per lo stesso anno una percentuale di stranieri sul totale della popolazione residente in Germania dell'8,8% [Fonte: Statistische Ämter des Bundes und der Länder], ciò significa che gli stranieri portano i loro bambini negli asili e nei nidi in misura percentualmente molto maggiore rispetto ai tedeschi.

    Formazione scolastica

    Nella scuola elementare si è notata negli ultimi 12 anni una diminuzione in termini assoluti dei ragazzi tedeschi: erano più di 3.106.000 nel 1992 e sono diventati 2.777.462 nel 2004. In maniera inversamente proporzionale sono cresciuti invece i ragazzi stranieri in questo tipo di scuola: da 313.163 nel 1992 a 369.417 dodici anni dopo.
    Nello stesso periodo queste sono le cifre per alcuni altri tipi di scuole:

    [La percentuale che manca al 100% è formata da ragazzi che frequentano altri tipi di scuole]

    In questo schema sono presenti la scuola elementare [Grundschule], le tre scuole secondarie [istituto professionale: Hauptschule / istituto tecnico: Realschule / liceo: Gymnasium] e la Sonderschule, una scuola speciale per ragazzi che non sono integrabili negli altri istituti (soprattutto portatori di handicap e ragazzi con gravi lacune linguistiche).
    La distinzione qui fatta con il tentativo di corrispondenza al modello italiano necessità di alcune precisazioni: va ricordato che solo chi frequenta il liceo può poi iscriversi all'università e (opinione mia personale), la Hauptschule è, se possibile, di livello ancora inferiore agli istituti professionali come si conoscono in Italia.
    Considerando il lavoro come una delle chiavi dell'integrazione e considerando che chi frequenta la Hauptschule ha tre possibilità su quattro di finire nel tunnel della disoccupazione, fa pensare la cifra del 21,1% di stranieri in questo tipo di scuola. Al contrario va fatto notare che nonostante tutti gli interventi a vari livelli la percentuale di studenti stranieri sul totale nelle classi di liceo è addirittura diminuita nel periodo preso in considerazione.
    A questo si aggiunga il dato dei ragazzi che non portano a termine il loro corso di studi: nel 2003 i ragazzi tedeschi senza nessun titolo di studio erano il 7% del totale contro quasi il 20% dei ragazzi stranieri. Nello stesso anno i tedeschi con un diploma di istituto professionale (Hauptschule) erano circa il 25%, mentre i parigrado stranieri erano più del 41%. Sulla sponda opposta i tedeschi in possesso di un dilpoma che gli permettesse di accedere all'istruzione universitaria o parauniversitaria erano quasi il 26% contro il 10,2% dei non tedeschi (qui la percentuale è addirittura peggiorata di uno 0,8% rispetto ai dati del 2000).

    I dati dei ragazzi italiani

    Vediamo ora i dati degli studenti di origine italiana nelle scuole tedesche. Nell'anno scolastico 2003/04, seguendo un trend ormai consolidato, quello italiano era il secondo gruppo etnico straniero più numeroso in Germania dopo quello turco (418.065): su quasi 10 milioni di alunni gli italiani erano 65.897; seguivano serbi e montenegrini (61.542) e greci (33.760).
    Confrontando i dati dei ragazzi italiani con quelli degli stranieri in generale si vede subito che questi dati sono in negativi su tutti i fronti:
    • la percentuale di italiani (26,9%) nelle Hauptschulen è maggiore della media totale degli stranieri (21,1%)
    • la percentuale di ragazzi italiani (8,9%) nelle Sonderschulen è maggiore della media degli stranieri (7,1%)
    • la percentuale di ragazzi italiani (6,5%) nei licei è inferiore alla media degli stranieri (9,6%).
    Questi dati, di per sé sconfortanti, sono ancora più allarmanti se si confrontano con alcuni paesi in specifico: i ragazzi di origine francese nelle Sonderschulen sono l'1,9%, mentre sono il 28,1% del totale dei francesi in età scolare quelli che riescono ad andare al liceo.
    La percentuale degli italiani che finiscono alla Hauptschule è la più alta in assoluto tra tutte quelle delle nazionalità non tedesche. Limitandoci al liceo, invece, può essere utile portare ancora l'esempio di altri paesi mediterranei: se poco più di un italiano su venti riesce ad andare al liceo, sono invece più di uno su dieci i greci e quasi 1,5 su dieci gli spagnoli che ce la fanno (oltre ai già citati 3 francesi su dieci).

    venerdì 7 marzo 2008

    giovedì 6 marzo 2008

    mercoledì 5 marzo 2008

    Elezioni comunali in Baviera: riassunto dell'assurdo

    Tanti commenti e molte stupidate dopo le elezioni amministrative

    Sulle elezioni amministrative in Baviera si è detto molto e come sempre la blogosfera tedesca è stata più attenta dei mezzi tradizionali di informazione (una ricerca con GoogleNews riporta solo l'articolo di Ideazione citato sotto). A questo proposito consiglio la lettura di 

    In Germania, invece, le elezioni amministrative bavaresi hanno aperto un grosso dibattito in cui si sono sentiti molti pareri e molte - permettetemi il termine - stupidate. Provo a farne qui un riassunto confuso e non esaustivo.

    Innanzitutto credo si sia persa di vista la situazione generale. Tutti, tranne la CSU, hanno riconosciuto la sconfitta del partito conservatore di ispirazione cristiana al potere da sempre. Molti però mi sembra che diano a questi dati un valore che non hanno:

    • Le vittorie dei candidati sindaci di Monaco e Norimberga sono in gran parte dovute ai candidati stessi, Ude e Maly, che hanno fatto un ottimo lavoro nelle precedenti legislature.
    • A conferma di quanto detto sopra, l'SPD, il partito dei socialdemocratici di Ude e Maly, ha infatti perso quasi ovunque consensi.
    • Le elezioni amministrative sono molto più legate alle persone che ai partiti. Tra i tanti esempi che offre la Baviera quello di Bamberg, dove il sindaco in carica è della SPD, ma dalle elezioni comunali è uscita vincitrice nuovamente la CSU (pur con un -5% rispetto alle precedenti votazioni). Dalla parte opposta c'è la sopresa di Augsburg, dove il candidato della SPD, dato per sicuro vincitore alla vigilia, è stato costretto al ballottaggio dal candidato della CSU.
    • Qualcuno si è spinto addirittura a dire che la SPD sogna una vittoria nelle elezioni regionali di quest'autunno. In realtà le consultazioni regionali bavaresi hanno valore di test solo in quanto portano con sé il rischio della perdita della maggioranza semplice da parte della CSU (attualmente ha una maggioranza di due terzi). Da qui a dire che la CSU non sarà partito di maggioranza relativa mi sembra però che ce ne passi molto.
    Molti hanno poi visto questo test elettorale come la prima pagella per la conduzione bicefala della CSU (Huber e Beckstein) dopo il siluramento di Stoiber. Questo è in parte vero, ma va a mio parere relativizzato.
    Ude, ad esempio, ha costruito parte della sua popolarità guidando l'opposizione al progetto del Transrapid, che è stata una decisione del precedente governatore, lo stesso Stoiber ora rimpianto da molti. Un altro motivo del malcontento generale è un altro lascito dell'era Stoiber, cioè il progetto G8 (riduzione di un anno del percorso di studi liceali), che ha prodotto fino ad ora insegnanti stressati e frustrati, alunni in grosse difficoltà e con enormi deficit di apprendimento e famiglie indignate.

    Un discorso a parte merita poi la legge antifumo, ora posta sotto accusa come possibile motivo della sberla ricevuta dai cristianosociali, anch'essa un'eredità del governo Stoiber. Ora in molti la attaccano, ma recenti sondaggi sembrano confermare l'esatto contrario, e cioè che le restrizioni imposte con questa legge sono state accolte positivamente dalla grande maggioranza della popolazione.
    È comunque indubbio che Huber e Beckstein vengano rimandati a settembre e fino a quella data hanno il compito di recuperare sui due fronti in cui veramente hanno perso consensi rispetto al loro predecessore: la visibilità e la simpatia

    La prima verrà cercata soprattutto a livello nazionale, magari facendo tribolare ancora di più la grande coalizione. Inoltre entrambi i candidati dovranno migliorare a mio avviso nel modo di presentarsi. Soprattutto Beckstein ha un profilo troppo basso, che ancora è oscurato dal riverbero della luce di Stoiber, non necessariamente migliore, ma più bravo ad apparire. 

    La seconda sfida, quella della simpatia, invece, è più difficile da vincere per il duo Beckstein-Huber. E già il fatto che si debba parlare di fattore "simpatia" per Edmund Stoiber è un paradosso che dimostra quanto sono caduti in basso i suoi successori. L'addio di Stoiber, infatti, è stato accolto con un sospiro di sollievo non solo nel partito, ma anche in ampi strati della popolazione. Quello che non è piaciuto è il modo in cui l'ex capo della CSU bavarese è stato cacciato. La gente non ha apprezzato i modi da cospirazione con cui Huber e Beckstein hanno tessuto le fila della congiura. I moderni Bruto e Cassio sono stati identificati subito più come parricidi che come tirannicidi e Cesare-Stoiber ha avuto gioco facile a presentarsi come vittima. Inoltre Stoiber aveva un modo di fare "da gradasso impacciato" (saccente, ma quasi trapattoniano nel modo di esprimersi) che poteva piacere o meno, ma sicuramente non lasciava indifferente rispetto all'aria da anonimo impiegato dell'anagrafe di Beckstein.

    martedì 4 marzo 2008

    Porsche guida Volkswagen

    La casa automobilistica di Stoccarda dovrebbe acquisire oltre il 50% di VW


    Ieri il consiglio direttivo di Porsche ha dato il via libera all'acquisto di azioni Volkswagen da aggiungere al pacchetto già in possesso dell'azienda di Stoccarda, che passerebbe così dall'attuale 31% ad oltre il 50%. La decisione segue il pronunciamento della corte di giustizia europea dello scorso anno che riconosceva la necessità di cambiare il VW-Gesetz, la legge che prevedeva diritti particolari del Land della Bassa Sassonia nella proprietà della multinazionale automobilistica di Wolfsburg.

    Operazione da 10 miliardi di Euro


    Il valore del 20% delle azioni Volkswagen è stimato in circa 10 miliardi di euro, ma prima di poter concludere l'affare Porsche dovrà attendere il via libera dalle varie commissioni antitrust dei paesi interessati (si parla di 15 Paesi). Le procedure saranno avviate quanto prima. L'ok definitivo è atteso nel giro di sei mesi. Wiedeking, capo di Porsche ha assicurato che non è prevista nessuna fusione dei due colossi dell'industria automobilistica.

    Conflitto di interessi


    Sempre ieri Ferdinand Piëch ha annunciato le sue dimissioni dal suo incarico di capo del consiglio di controllo di Porsche, cedendo così, almeno formalmente, alle richieste degli azionisti che vedevano nel suo doppio ruolo di controllore di Porsche e di Volkswagen un conflitto di interessi di enorme portata.
    La storia di Piëch è estremamente complicata e altrettanto interessante e credo valga la pena ripercorrela velocemente. l'ultra settantenne Piëch è il nipote del fondatore di Porsche, Ferdinand Porsche. Dopo l'uscita nel 1972 da Porsche, dove era stato deciso di sollevare tutti i futuri eredi da incarichi dirigenziali per porre fine alle varie diatribe che si protraevano da anni, Piëch ha assunto ruoli sempre più importanti all'interno di AUDI, da cui, nel 1993, è passato alla casa madre Volkswagen, divenendone amministratore delegato. Ha ricoperto questa funzione fino al 2002, quando è passato dalla poltrona di amministratore al consiglio di supervisione della Volkswagen.

    D'altro canto Ferdinand Piëch è anche uno dei maggiori azionisti di Porsche, di cui detiene più del 13% delle azioni con diritto di voto e presiede il consiglio di controllo di Porsche, che nomina e approva l'operato dell'ammistratore delegato. La sua scelta di lasciare il consiglio di controllo di Porsche viene però, come detto, solo formalmente incontro alle accuse di conflitto di interessi, in quanto a succedergli come capo del consiglio di controllo di Porsche sarà il fratello Hans Michael.

    domenica 17 febbraio 2008

    Zollitsch: il rivoluzionario che non ti aspetti

    Il nuovo capo dei vescovi tedeschi soprende su celibato, gay e politica

    Avendo il tempo per un solo post e volendo trattare due temi (l'altro è questo), mi ritrovo davanti alla classica domanda della torre: chi butto giù?

    Per la sorpresa che ha destato ho deciso di tenere Zollitsch, il nuovo capo della conferenza episcopale tedesca, eletto pochi giorni fa per sostituire il cardianl Lehmann, che lascia questa carica dopo quasi due decenni per motivi di salute.
    Robert Zollitsch, nato nel 1938 nel territorio dell'attuale Serbia, è dal 2003 arcivescovo della diocesi di Freiburg. Da sempre su posizioni meno conservatrici rispetto a quelle dominanti in Vaticano, la scelta dei vescovi tedeschi di preferire Zollitsch è stata valutata da tutti i commentatori come una scelta di rimandare la guerra. Il suo avversario era infatti il vescovo Marx, fresco di nomina nella diocesi di Monaco di Baviera, che, a dispetto del nome e del modo di fare, si presenta come un difensore strenuo dei valori della parte più conservatrice del cattolicesimo tedesco. La scelta di Marx avrebbe comportato una rottura con il passato, traccando una linea diversa da quella del cardinal Lehmann, oppositore di Ratzinger anche nell'ultimo conclave.

    Quella di Zollitsch è stata allora vista da tutti come una scelta di transizione. Zollitsch è infatti già abbastanza anziano (oltre tre lustri in più di Marx), e ha un profilo mediatico meno "ingombrante" di quello del suo predecessore (il Cardinal Lehmann era infatti ben conosciuto e molto apprezzato anche fuori dai circoli degli addetti ai lavori).

    Quello che doveva quindi essere un Übergangshirte [pastore di transizione, come lo ha definito appena una settimana fa lo Spiegel], fa capire invece di non essere disposto ad assumere questo ruolo. Nella prima intervista rilasciata dopo la nomina a capo dei vescovi tedeschi (in edicola da domani, 18 febbraio, con lo Spiegel) e che va considerata un po' come la sua dichiarazione programmatica, Zollitsch parla di celibato dei preti, affermando la sua disponibilità a metterlo in discussione e negandone di fatto la validità teologica. Inoltre il vescovo di Friburgo apre sulle unioni omosessuali e schiera politicamente la chiesa tedesca, spostandola dall'alleanza con la CDU-CSU. 

    Aspettando di leggere l'intervista completa, stando a quanto trapelato fino ad ora Zollitsch si rivelerebbe un abile giocatore sulla scacchiera dei giochi di potere. Per la caduta dell'obbligo di celibato propone un concilio, sfidando così il papa a concedere il diritto di discutere di questo tema nel modo più democratico che la Chiesa Cattolica conosca. In quanto rappresentante dei vescovi tedeschi la sua richiesta non può essere semplicemente fatta passare sotto silenzio. Contemporaneamente questa mossa apre sul discorso ecumenico, un cammino che negli ultimi anni di Giovanni Paolo II e nei primi di Benedetto XVI ha subito, di fatto, una lunga pausa. Questa uscita gli ha inoltre consentito di presentarsi al popolo che ancora noon lo conosceva, il popolo che vede di buon occhio questi temi e capisce sempre meno certi irrigidimenti della gerarchia cattolica, in poche parole, il popolo che sta abbandonando in massa la chiesa tedesca.

    Ma non è tutto. Scagliandosi contro mons. Mixa, vescovo di Augsburg, che aveva criticato gli sforzi del ministro per la famiglia Ursula von der Leyen, rivolti soprattutto ad aiutare le famiglie con bambini piccoli, Zollitsch di fatto dichiara di opporsi fermamente a quella parte di Chiesa Cattolica che si riconosce in una società ormai obsoleta, fondata sulla divisione dei ruoli tra uomo e donna (il padre a lavorare, la madre a casa ad educare i figli) e di voler giocare, anche in previsione delle elezioni del prossimo anno, un ruolo non da comprimario, ma da protagonista nel dibattito politico, insistendo sull'accento sociale dello stato e sconfessando quella che lui considera la deriva liberale dei cristiano sociali.

    Insomma, quello che doveva essere un pastore di transito entra in carica con un botto che non può lasciare indifferenti. I guanti di sfida sono stati lanciati. Tutti e tutti insieme.

    venerdì 15 febbraio 2008

    Aumentano gli scambi tra Italia e Germania

    Nel 2007 dati positivi, ma la Germania esporta di più

    I dati non sono ancora completi ed è difficile dire come la seconda parte del 2007 sia andata, ma le cifre fino ad ora disponibili sembrano indicare un aumento degli scambi tra l'Italia e la Germania.

    Come riporta NewsItaliaPress, il primo semestre ha segnato un aumento delle esportazioni di merce italiana verso la Germania del 12% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Più o meno identica è la crescita del dato dell'export dalla Germania verso l'Italia. In termini assoluti la Germania ha venduto in Italia merce per un valore complessivo di quasi 34 miliardi di Euro, mentre l'Italia ha esportato beni per un valore di poco superiore ai 22 miliardi. La bilancia è quindi decisamente a favore della Germania.
    La crescita delle esportazioni dall'Italia verso la Germania fa registrare, secondo Maria Ines Aronadio, direttrice dell'ufficio ICE di Berlino, una inversione di tendenza rispetto agli anni precedenti, con un aumento percentuale considerevole rispetto a tutti gli altri paesi venditori.

    Se poi la Germania dovesse prendere sul serio la proposta di Beppe Grillo sui politici italiani, beh, anche il 2008, che già ha visto un aumento vertiginoso di esportazioni di immondizia verso la Germania. sarebbe un anno di grandi risultati...

    giovedì 14 febbraio 2008

    Arrestato il Nr. 1 della Deutsche Post

    Parte la valanga?

    Come prontamente riportato da Germanynews, stamattina il capo della Deutsche Post, uno dei colossi mondiali della logistica, è stato accusato di sospetta evasione fiscale. 

    Ancora è presto per capire quello che succederà e quanto c'è di vero in questa storia, ma Zumwinkel è sicuramente una delle persone più influenti del paese. Se dovesse saltare fuori che l'evasione fiscale non è solo una questione personale, ma che ci dovessero essere altre irregolarità (le indagini erano partite per far luce su vendita di azioni sulla base di informazioni riservate), la posizione di Zumwinkel diventerebbe indifendibile. 

    A quel punto il potente manager potrebbe vuotare il sacco. E molti politici, da cui ha ricevuto e a cui ha fatto favori (si pensi, per restare agli ultimi mesi, al salario minimo per i postini), potrebbero non dormire sonni tranquilli.

    venerdì 8 febbraio 2008

    Germania: di nuovo voglia di Italia?

    Nel 2007 una ripresa delle presenze tedesche in Italia

    Nonostante la catastrofe che, se non ci fossero di mezzo milioni di euro dei contribuenti, avrebbe del ridicolo del portale italia.it, nonostante le notizie da Napoli e da Roma, nonostante una sempre latente antipatia dell'opnione pubblica tedesca nei confronti dell'Italia, sembra che il settore del turismo italiano si stia riprendendo dalla caduta libera in cui si era precipitato nell'ultim decennio. 

    Le cifre diffuse in questi giorni dalla Fondazione BAT-Deutschland (British American Tobacco), sembrano infatti riportare un po' di ottimismo in un settore fondamentale dell'economia italiana.


    Dati delle preferenze dei turisti tedeschi in merito alle mete delle loro vacanze per l'anno 2007


    Secondo quanto evidenziato dallo studio della fondazione sul comportamento dei turisti tedeschi lungo tutto il 2007, l'Italia ha guadagnato molti punti, ritornando dopo quasi trent'anni al primo posto delle preferenze teutoniche.

    Turisti tedeschi tra Italia e Spagna

    Se nel 1999 un tedesco su sei trascorreva le vacanze in Spagna, nel 2007 le quote della penisola iberica sono cadute al livello del 1980, con una perdita di oltre il 7%. Le cifre della Spagna sono esattamente inverse rispetto a quelle dell'Italia, che sta ritornando vicina ai livelli degli anni d'oro del turismo tedesco nel nostro Paese.

    Proprio all'inizio degli anni '80 era cominciata l'ascesa della Spagna (nel 1980 il 9,9% dei tedeschi aveva trascorso le vacanze nel Belpaese contro il 9,2% che era stato nella penisola Iberica), che era poi arrivata a toccare punte del 17%. Di contro sempre meno tedeschi venivano in Italia (nel 2005 erano solo il 7,7%).

    Le cifre del 2007 parlano di un 10,1% per l'Italia, una cifra che farebbe ben sperare per il futuro, se proprio in questi primi giorni del 2008 non ci fosse stato il disastro di Napoli, che ha spinto addirittura la regione Veneto a finanziare una campagna pubblicitaria studiata apposta per la Germania, per spiegare al turista tedesco che il Veneto non è Napoli.

    I dati mostrano una caduta di presenze tedesche a sud del Brennero a seguito dell'11 settembre, un calo che è durato fino al 2006, quando è ricominciata, timidamente la risalita.

    I tedeschi non amano l'Italia di Berlusconi

    Forse frutto dell'11 settembre, forse frutto del caso, o forse frutto di una riuscita enorme campagna mediatica, rimane però innegabile che il tracollo della presenza tedesca nel nostro Paese si è registrato negli anni della seconda legislatura Berlusconi.

    Questa constatazione potrebbe valere più di quello che a prima vista si pensa, se non si vuole credere al caso, ma si vuole provare a cercarne i motivi nella testa della gente. Giusto o sbagliato che sia, Berlusconi è stato dipinto all'estero, unanimemente e universalmente, come un faccendiere dalla quantomeno dubbia moralità (e giudizi così miti nei suoi confronti i media tedeschi ne hanno espressi pochi). L'immagine che è passata qui in Germania era di un delinquente al potere, un affarista che rubava, contrattava con la mafia, usava le televisioni per fare il lavaggio del cervello alla gente. Durante il lustro Berlusconiano si è parlato molto di Italia qui in Germania e, non sempre ma quasi, se ne è parlato male. 

    Due fatti hanno a mio avviso contribuito più di altri a far passare nella gente un'immagine completamente negativa del capo di Forza Italia: il G8 di Genova e l'invettiva contro il socialdemocratico tedesco Schulz nel discorso inaugurale del semestre di presidenza italiana della Comunità Europea. 



    Il tedesco medio, anche quello di orientamento politico conservatore, ha sviluppato così nel migliore dei casi una insofferenza malcelata nei confronti dell'allora capo del governo italiano, visto poi come il rappresentante di un popolo che lo aveva democraticamente eletto. L'antipatia verso Berlusconi in molti casi si è estesa, per osmosi, al Paese intero.

    Se queste sono considerazioni personali certamente altamente discutibili e opinabili, credo invece che sui due prossimi punti il margine di critica sia più ridotto. Ritornando allo studio della Fondazione BAT, si nota come la scala dei fattori presi in considerazione per la scelta della meta delle vacanze sia:

    1. Gastfreundschaft [Ospitalità]
    2. Gemütlichkeit [Comodità - anche se in realtà la parola è quasi intraducibile]
    3. Schöne Landschaft [Paesaggio]
    4. Gesundes Klima [Clima sano]
    5. Sicherheit [Sicurezza]
    6. Sauberkeit [Pulizia]
    7. Gute Küche [Buona cucina]
    8. Kontaktmöglichkeiten [Possibilità di intessere contatti]
    9. Keine Sprachprobleme [Assenza di barriere linguistiche]
    10. Stimmiges Preis-Leistungs-Verhältnis [Buon rapporto qualità-prezzo]

    Alcuni di questi fattori (paesaggio, clima, buona cucina...) sono quasi completamente al riparo dall'azione dei governi, altri, invece, risentono molto della politica e dell'immagine che di essa si dà. 
    Per un turista che dà molta importanza alla sicurezza non è stato certo incoraggiante lo spettacolo di Genova e neppure la dichiarazione dell'ex ministro Lunardi che con la Mafia bisognava conviverci. 
    Per chi è interessato al rapporto qualità-prezzo (e pochi popoli lo sono quanto i tedeschi), non ha sicuramente avuto un impatto positivo l'immagine, propagata nei mezzi di comunicazione di ogni ordine e grado, di un'Italia affossata dal debito pubblico, sgridata dall'Europa ad ogni pié sospinto e mandata avanti da mille condoni conditi con la depenalizzazione della frode fiscale.  Chi ancora passava le alpi per trascorrere le vacanze in Italia tornava in Germania raccontando sempre più spesso di ombrelloni pagati a peso d'oro. E spesso in nero.

    In quest'ottica, a me sembra non troppo azzardato affermare che la figura di Berlusconi e l'immagine che nel mondo è stata propagata sul suo operato abbiano giocato un ruolo non trascurabile nell'orientare le scelte vacanziere degli stranieri e soprattutto dei tedeschi.

    A livello culturale va poi anche registrato che proprio sotto il governo Berlusconi gli istituti di cultura sono passati sotto il controllo diretto del ministero degli affari esteri, trasformandosi in vetrine spesso squallide e ridicole fatte per esporre direttori di terza o quarta mano (il glorioso istituto di cultura di Monaco ne è un esempio troppo tristemente famoso). Inoltre proprio per questi istituti sono stati tagliati i fondi (un confronto tra gli IIC e gli istituti Cervantes spagnoli in giro per il mondo è sufficiente per rendersi conto della banale evidente e imbarazzante differenza tra le due politiche culturali). Se la politica nei confronti delle istituzioni culturali italiane nel mondo non è molto migliorata sotto il governo Prodi, l'immagine del nostro Paese all'estero ha però sensibilmente guadagnato nei venti mesi di governo di centro-sinistra. All'estero, dove i problemi di tasse che affliggono gli italiani sono meno sentiti, è stato apprezzato lo sforzo contro l'evasione fiscale e nella lotta alla criminalità organizzata, è stato salutato positivamente il lavoro svolto in Afganistan e in Libano e non si è mancato di sottolineare i progressi nella lotta al disavanzo pubblico del governo uscente, così come il suo rilanciato impegno europeista. Angela Merkel, non è un segreto, si è trovata molto meglio a lavorare con Prodi che con Berlusconi. E i turisti tedeschi sono tornati.

    Non ho dati oltre quelli già citati per dimostrare il fondamento di queste supposizioni e sono pronto alla discussione, con la speranza per il mio Paese che la prossima legislatura dimostri che avevo sbagliato.