martedì 29 settembre 2009

20 anni fa...


[...] siamo venuti da voi per annunciarvi che oggi è stato [accordato] il permesso per il vostro espatrio [...]
(Hans-Dietrich Genscher, Praga, Ambasciata della BRD, 30 settembre 1989)

Il resto è storia

Dove sono gli elettori della SPD?

Alcuni dati sull'elettorato socialdemocratico


Sul risultato disastroso della SPD alle politiche del 27 settembre si parlerà ancora molto. Io mi limito per il momento a fornire un grafico della SZ che mostra che strada hanno preso gli elettori scomparsi dei socialdemocratici:


Migrazione degli elettori della SPD nel confronto fra le elezioni politiche del 2005 e del 2009. Fonte Süddeutsche Zeitung
Come si vede i socialdemocratici tedeschi hanno perso voti a favore di tutte le altre forze politiche e non hanno acquistato neanche un voto. Degli oltre 6 milioni di voti persi rispetto alle elezioni politiche del 2005, poi, un terzo, cioè più di 2 milioni di elettori, hanno ingrossato le file degli astenuti.

domenica 27 settembre 2009

Previsioni

Vediamo quante castronerie sono riuscito a dire...
(Grazie ad Angelo D'Addesio per lo spazio e la chiacchierata)

giovedì 24 settembre 2009

Pirati all'arrembaggio

Logo del partito I pirati (Die Piraten), candidato alle elezioni politiche tedesche del 27 settembre 2009

la linea sottile tra successo e fallimento


In questi ultimi giorni la stampa italiana sembra aver scoperto una nuova formazione affacciatasi da poco sul panorama politico tedesco: il Partito dei Pirati.
Il partito nasce nel 2006 sull'esempio del movimento sorto nei paesi scandinavi e si propone come difensore dei diritti dei cittadini nel nuovo mondo aperto da Internet. Una delle critiche mosse a questo partito è proprio la mancanza di una visione politica d'insieme: se da una parte hanno idee molto chiare sulla privacy, sul diritto all'informazione, sulla costruzione di una società dell'informazione e sulla funzione dell'educazione, dall'altra dimostrano di non avere progetti globali su altri temi importanti, come il mercato del lavoro, l'economia, la politica estera ecc.

I Pirati sono comunque riusciti a trasmettere alcuni messaggi chiari:

  • sono un movimento giovane
  • sono un movimento strutturatosi in partito secondo le regole della partecipazione diretta ed ugualitaria
  • sono l'unico movimento politico che conosce e sa sfruttare i nuovi media
  • sono indipendenti dai grossi potentati economici
Indipendentemente dal fatto se queste affermazioni corrispondano al vero o meno, è fuori di dubbio che molti ci credono. Soprattutto i giovani dimostrano di apprezzare questo partito: secondo le elezioni dei minorenni, un'iniziativa nazionale volta ad avvicinare alla politica i giovani, svoltesi pochi giorni fa con la partecipazione di oltre 50000 votanti, i Pirati avrebbero preso poco meno del 9%. [Fonte: http://www.gangwaycms.de/ergebnisse/html/index.htm]
Sondaggi ufficiali per le elezioni politiche del 27 settembre li attestano tra il 2 e il 3%.

I Pirati sono stati aiutati a mio avviso da alcuni fattori che vale la pena elencare:

  • l'assoluta incapacità della politica tradizionale di capire il mondo di internet
  • l'assoluta incapacità di gruppi di interesse economico, soprattutto le major della musica e del cinema, di cercare nuovi modi di gestione del proprio mercato
  • il buono sviluppo della rete ADSL in quasi tutto il territorio tedesco e il buon livello di alfabetizzazione informatica del popolo tedesco
  • la grossa pubblicità accordatagli dai media tradizionali, con la TV in testa, alla continua ricerca di qualcosa di interessante per vivacizzare i resoconti su una campagna elettorale inesistente
Difficilmente i pirati riusciranno ad entrare in parlamento, ma proprio la Germania fornisce un esempio storico molto interessante per cercare di interpretare il futuro di questa formazione politica: Die Grünen. I Verdi hanno una gestazione simile (movimento giovane, struttura orizzontale, concentrazione su un solo tema, distnaz dalla politica tradizionale) e la loro storia dimostra non solo come sia possibile crescere e maturare fino a diventare partito di governo, ma anche come sia possibile far entrare i propri temi nell'agenda di tutti gli altri partiti, tanto che oggi la politica ecologico-ambientale è parte fondante del programma di ogni partito.
La navigazione dei pirati potrebbe non finire domenica 27 settembre.


martedì 22 settembre 2009

Il fisco tedesco avrà la pressione bassa?

Bisogna credere a chi promette meno tasse?

In campagna elettorale uno dei temi a cui gli elettori sono più sensibili è certo quello di una riduzione della pressione fiscale. In vista delle elezioni di domenica prossima, i liberali della FDP ne hanno fatto un proprio cavallo di battaglia. Anche la CSU, che, a mio parere teme una grossa fuga di voti verso i liberali, si è affrettata, con Seehofer, a promettere meno tasse e si è distanziata in questo notevolmente dalla sorella maggiore CDU, il partito guidato da Angela Merkel che, invece, non ha voluto sbilanciarsi sul quando questo potrà avvenire.

Le due strategie sono state smascherate in modo abbastanza evidente nel corso del talk show politico Anne Will, in cui erano presenti gli attuali ministri delle finanze Peer Steinbruck e dell'industria Karl-Theodor zu Guttenberg, cioè le persone che al momento hanno più chiara la situazione delle casse dello Stato. Steinbrück, che in queste situazioni mostra sempre di essere più un tecnico che un politico, ha detto chiaramente che con l'attuale situazione qualsiasi alleggerimento della pressione fiscale è impensabile, visto che la Germania dovrà farsi carico il prossimo anno di debiti aggiuntivi per 100 milliardi di Euro.

Zu Guttenberg, per disciplina di partito, ha controbattuto, ma ha fatto capire a sua volta che, nei prossimi mesi, tagli e rinunce, anche dolorosi, saranno irrinunciabili. Quanto poco il neo ministro dell'industria zu Guttenberg creda al programma in materia economica presentato dalla CSU che prevede tagli all'IVA nei settori artigianale e gastronomico e un carico fiscale minore sui redditi da privati e da industria, lo dimostra il fatto che non fosse presente alla presentazione di questo pacchetto di promesse, avvenuto ieri a Monaco.

venerdì 18 settembre 2009

Elezioni

A me sembra che tra tutti i dati che vengono forniti di sondaggi di ogni tipo ci sia un dato che manca e che sarà determinante: la percentuale della CSU.
La mia sensazione è che i candidati diretti passeranno tutti senza grandi sorprese, ma il partito prenderà meno "secondi voti", aprendo un carosello di calcoli per i mandati aggiuntivi (Überhangsmandate).
Nella scheda per il voto secondo il sistema maggioritario, infatti, quasi ogni voto dato a candidati non CSU è un voto "perso", ma nella parte proporzionale è possibile che parte dell'elettorato cristiano sociale (gli agricoltori, ad esempio) volti le spalle al proprio partito, preferendo dare il proprio voto ai liberali.
non ho il tempo di fare grossi calcoli, ma troppi mandati aggiuntivi della CSU abbasserebbero la percentuale degli altri partiti, riaprendo i giochi per le coalizioni.

mercoledì 2 settembre 2009

Alla ricerca della campagna (elettorale) perduta

Commento ai commenti alle elezioni regionali

Leggendo in giro ho notato che alcuni giustamente si sono stupiti della lettura fatta dalla stampa italiana dei risultati delle elezioni regionali tenutesi in Germania domenica 30 agosto.
Quasi tutti i quotidiani e le televisioni italiani hanno dato risalto ad una presunta vittoria del partito di estrema sinistra Die Linke e hanno cercato nel volere degli elettori della Sassonia, del Saarland e della Turingia una proiezione del volere dei cittadini tedeschi in previsione delle elezioni politiche del 27 settembre prossimo. Come a dire: attenzione, in Germania tra tre settimane si vota e il pericolo rosso è altissimo.

In realtà mi sembra, come nota anche Germanynews, che queste analisi siano completamente fuori luogo.
  • In primo luogo mai come in questo caso mi sembra che si possa dire che le elezioni regionali abbiano avuto un carattere estremamente regionale: il Saarland combatte da anni con la sua insignificanza geografica, politica ed economica, la Sassonia è stata tormentata da una serie di scandali come il fallimento della banca di proprietà della Sassonia SachsenLB conclusisi con la cacciata solo un anno fa del presidente della regione Milbrandt, sostituito da Tillich, coresponsabile, assieme a Milbrandt, del pasticcio SachsenLB.
  • In secondo luogo queste elezioni erano contraddistinte come poche altre (almeno in due casi) da un sondaggio sulle persone candidate a presidenti della regione: nel piccolo ed economicamente quasi disastrato Saarland molti hanno riposto le loro speranze non nella Linke, ma in Lafontaine, uno che, a prescindere dalle sue idee, ha più peso politico a livello nazionale di tutti i suoi avversari messi insieme. In Turingia credo che sia scattato un meccanismo di respingimento verso Althaus, il presidente uscente, che ha deciso di presentarsi dopo l'incidente in montagna che gli è costato alcuni giorni di coma e che ha portato alla morte di una donna, come se nulla fosse. Ha dato l'impressione da un parte di essere (nonostante tutte le sue smentite in merito) un po' obnubilato, dall'altra di essere una persona fredda. I suoi conterranei non l'hanno apprezzato.

  • Ma è mai possibile che i giornalisti professionisti nostrani abbiano sbagliato così clamorosamente l'analisi?

    Guardando alla reazione della stampa tedesca credo che l'errore sia voluto. Anche l'opinione pubblica tedesca ha infatti cercato di proiettare a livello nazionale i risultati di domenica 31 agosto. Alcuni giornali stanno in questi giorni cercando di insinuare crepe nella CDU, parlando di una strategia elettorale al sonnifero per Angela Merkel.

    In realtà credo che sia i giornlisti italiani sia i giornalisti tedeschi sappiano molto bene che la CDU vincerà le elezioni di settembre e che Angela Merkel sarà la nuova-vecchia Bundeskanzlerin. Questo è il problema: loro lo sanno, i partiti lo sanno, la gente lo sa. Per chi di mestiere deve vendere giornali o farsi ascoltare in televisione non c'è nulla di peggio di dover intrattenere la gente su cose ovvie, scontate, già decise. Su "non notizie". Ecco qui, a mio parere, spiegato lo sforzo con cui la stampa tedesca cerca di vedere problemi o possibili svolte, dove questi problemi e queste svolte non ci sono. Diciamolo chiaramente: questa campagna elettorale è quanto di più antigiornalistico la politica tedesca abbia prodotto dal dopoguerra ad oggi.

    Spostando l'attenzione all'Italia credo che anche qui il motivo vada ricercato nel disinteresse con cui il pubblico italiano segue queste cose. Roberto Giardina, storico corrispondente dalla Germania di vari quotidiani, ha osservato una volta che al lettore italiano non interessa nulla di quello che avviene al di là del Brennero, a prescindere dal tema. Ecco allora il perché, spesso, nei modi e nelle scelte della stampa italiana, le notizie dalla Germania (e da altri paesi esteri, per quanto posso giudicare) sono presentate sempre da un punto di vista che può catturare l'attenzione del lettore/spettatore italiano: sesso, trivialità, nazismo e pericolo rosso.