Quelli che indietro non ci tornano
Gli italiani del Max Planck di Garching
Di fronte ad articoli come questo non so mai se essere felice o depresso.
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Dopo aver scoperto che la voce sul proprio conto conteneva alcuni errori, Lutz Heilmann, deputato de "Die Linke", il partito populista di sinistra del panorama politico tedesco, ha intentato causa alla società che gestisce Wikipedia in Germania. Il tribunale ha così ordinato di vietare che la pagina www.wikipedia.de reindirizzasse alla pagina vera a propria della wikipedia tedesca (de.wikipedia.org).
La pagina in questione appare quindi posta sotto sequestro:
L'azione intentata da Heilmann non ha però cancellato o reso inaccessibili le pagine dell'enciclopedia libera tedesca, che anche per tutto il tempo del sequestro sono rimaste raggiungibili all'indirizzo originale. I contenuti di tutte le Wikipedie, infatti, sono salvati su un server negli Stati Uniti e noon sono perciò soggette al diritto tedesco.
L'azione di Heilmann ha però avuto altre conseguenze:
Delle due l'una: o Heilmann era d'accordo con Wikipedia per fare pubblicità all'enciclopedia e allora siamo di fronte ad una trovata geniale, oppure il deputato de "Die Linke" ha molti soldi da buttare e un quoziente d'intelligenza un po' scarsino: poteva registrarsi gratuitamente e collaborare a cambiare l'articolo che lo riguarda. Avrebbe risparmiato un sacco di quattrini e si sarebbe esercitato in quella che, da noi, si chiama democrazia.
Labels: Die Linke, Lutz Heilmann, Sequestro, Wikipedia
La notizia della polemica tra la Presidenza della Repubblica italiana e il quotidiano tedesco conservatore Frankfurter Allgemeine Zeitung è stata ripresa da praticamente tutti in Italia e ignorata in Germania. Sulla "Stampa" segnalo un commento di Gian Enrico Rusconi, profondo conoscitore dei rapporti tra Italia e Germania e certo non sospettabile di sentimenti avversi verso quest'ultima.
Anche se qui si è già detto che il giudizio della cassazione italiana è storicamente pericoloso e, probabilmente, legalmente sbagliato, non si può non aggiungere ora che l'articolo della "FAZ" è stupido, miope, arrogante e superficiale, che mischia fatti storici a piacimento e finisce per cadere nello stesso errore - rovesciato - della cassasione italiana, dando all'Italia di oggi la colpa e insinuando il dovere morale del risarcimento del "tradimento" del '43.
Di queste bestialità non se ne sentiva proprio il bisogno, cara FAZ.
Un Po di Danubio by
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