martedì 24 luglio 2007

Italia e Germania: fine di un amore?

Convegno a Villa Vigoni: rapporti buoni, ma c'è un raffreddamento


Nell'ambito dell'Incontro dei giornalisti italiani e tedeschi - I media e la cultura tenutosi dal 12 al 15 luglio scorsi a Villa Vigoni, il centro italo-tedesco ospitato in una stupenda villa sulle rive del lago di Como, rappresentanti della stampa italiana e tedesca hanno discusso sullo stato dei rapporti tra l'Italia e la Germania non solo dal punto di vista economico e politico, ma anche a livello di presenza nei media.


Italia e Germania: il rapporto economico

Il rapporto tra i due paesi è cambiato innanzitutto dal punto di vista economico. Esso rimane imprtante, ma mostra segni di asimmetria crescente. La Germania rimane il partner commerciale più importante per l'Italia, mentre l'Italia scende nella scala dei paesi che fanno più affari con la Germania, dalla quarta posizione (nel 2004) alla sesta posizione al giorno d'oggi. Stando a quanto riporta la confederazione dell'industria alimentare tedesca, nel 2006 la Germania ha esportato in Italia merci per un valore complessivo di 59,8 miliardi di euro. La suddivisione delle merci per tipologia vede al primo posto il settore automobilistico; a seguire i settori meccanico, elettronico e chimico. In quinta posizione il settore alimentare.

Dall'Italia verso la Germania, nello stesso anno, sono uscite merci per un valore di poco inferiore ai 40 miliardi di euro, con una suddivisione per settori simile a quella appena accennata per la Germania. I tedeschi sono inoltre il settimo paese per investimenti in Italia (Fonte: ministero degli esteri tedesco).


Italia e Germania: il rapporto politico

Dal punto di vista politico, a parte le dichiarazioni di circostanza delle autorità ( Valerio de Parolis, intervenuto all'incontro di Villa Vigoni in rappresentanza del ministero degli Affari Esteri, ha affermato che "non è possibile parlare di raffreddamento tra i due Paesi". Italia e Germania "sono molto vicine in politica europea e stanno rafforzando la componente economica" [fonte: Alice News]), si può veramente affermare che dopo la fine del governo Berlusconi i rapporti si sono intensificati. Soprattutto in politica estera e sul tema dell'unificazione europea l'Italia e la Germania hanno idee e obiettivi molto simili. Stefan Ullrich, corrispondente dall'Italia per la Süddeutsche Zeitung, afferma che in questo momento a Roma c'è il governo più filogermanico di sempre, cosa che non stupisce, vista l'ammirazione che Romano Prodi ha sempre avuto per il sistema tedesco.


Italia e Germania nei media

Sesul piano politico politico il rapporto sembra essersi risvegliato, è però nella rappresentazione nei media e nella percezione della gente comune che il lungo amore tra Italia e Germania sembra essersi assopito. A livello generale credo si possano distiguere chiaramente alcuni punti che contraddistinguono i media e di riflesso l'immagine che un popolo ha dell'altro. Sia in Italia sia in Germania si assiste ad un disinteresse più marcato per i temi cosiddetti "importanti". Spesso le notizie dell'altro paese che vengono presentate sono scelte per catturare l'attenzione e finiscono così spesso per riprendere (e rafforzare) vecchi pregiudizi. Inoltre, come lamenta Heinz Joachim Fischer, corrispondente dall'Italia per la Frankfurter Allgemeine Zeitung, voce importante di uno dei giornali più prestigiosi della Germania, per il popolo tedesco l'Italia e gli italiani hanno perso l'appeal che avevano una volta.


In un incontro tenutosi a metà maggio di quest'anno a Trento alla Fondazione Bruno Kessler, si è ceracto di analizzare proprio il perché di un lento ma progressivo indebolimento del rapporto tra Italia e Germania. La colpa sembra ricadere prevalentemente sul nostro Paese, incapace di modernizzarsi, di reinventarsi e di presentarsi preparato alle sfide del mondo moderno. Un articolo di Giampaolo Visetti per Repubblica riporato da Blogosfere riassume così lo stato delle cose:

La Germania ha capito che è inutile perdere tempo con l'Italia. Alla fine degli anni Ottanta, Roma non ha compreso il significato della disintegrazione sovietica e ha perso il treno della riunificazione tedesca. Con l'era di Berlusconi, Fini e Bossi, i sepolti stereotipi antiitaliani sono riesplosi nella nuova repubblica di Berlino. Ma se oggi si parla meno di Italia in Germania, non è causa dell'opzione americana del quinquennio forzista: è perchè, dell'Italia, si parla sempre meno in tutto il mondo.


Copertina del settimanale Spiegel del luglio 1976

A livello culturale la presenza dell'Italia in Germania sembra accusare colpi rispetto, ad esempio, a quella spagnola, trainata dal grande fascino dell'America Latina e da una politica culturale accorta e ben finanziata da parte di Madrid (chi ha visto un Istituto Cervantes sa di cosa parlo). L'immagine dell'italiano e dell'italianità in Germania sta tornando ad essere quella di 30 anni fa (proprio oggi è il trentennale della famosa copertina dello Spiegel, con una pistola a condire un piatto di spaghetti): l'articolo razzista di Achilles sullo Spiegel dello scorso anno in occasione dei mondiali (articolo non più disponibile online, che accusava gli italiani di essere parassiti. Una versione in pdf è disponibile nel blog di Gennaro Sposato) è sintomo di un modo di vedere mutato a livello generale. I tedeschi sono diffidenti nei confronti degli italiani e non credo sia un caso se hanno tradotto il titolo del film di Moretti Il Caimano, in uscita in questi giorni nelle sale tedesche, in "Der Italiener".


Più che una traduzione, un giudizio morale.