venerdì 6 luglio 2007

La Germania di oggi tra nazisti e comunisti

Come la Germania cerca di chiudere i conti col suo passato


In tedesco si chiama Vergangenheitsbewältigung ed è una parola che indica l'atto di confrontarsi con la propria storia per superarne in modo maturo i traumi sforzandosi di creare una memoria collettiva.


È una delle tante parole difficili da tradurre, ma ha la sua buona ragione di esistere, visto che la Germania ha conosciuto, nel secolo scorso, due dittature: quella nazionalsocialista di Hitler e quella comunista del dopoguerra.
Eppure se oggi in Germania si parla di Vergangenheitsbewältigung lo si fa quasi solo in relazione al periodo nazista. Degli oltre quattro decenni di separazione della Germania in due paesi e della segregazione di milioni di tedeschi dietro i confini di una delle peggiori dittature della storia sembra non volersi ricordare nessuno. La seconda guerra mondiale è finita più di sessant'anni fa e ancora è onnipresente nei ragionamenti dei politici, nelle lezioni di storia a scuola, nelle piazze del paese, nel rapporto con gli ebrei e nella vocazione essenzialmente antimilitare del popolo tedesco. Il muro di Berlino, invece, è caduto solo diciotto anni fa, eppure l'interesse per questo capitolo,lunghissimo e dolorosissimo, della storia della Germania non trova, tra gli stessi tedeschi, che sporadici afflati di interesse.


Un paio di anni fa, con la cosidetta Ostalgie (nostalgia per il tempo in cui esisteva la Germania Est) c'è stato addirittura un tentativo inconscio e collettivo di revisionismo: nel cuore di una delle più lunghe crisi economiche del dopoguerra, infatti, i tedeschi dell'Ovest rimpiangevano i tempi in cui non erano chiamati a sovvenzionare la rinascita dell'Est e i milioni di tedeschi dell'Est, delusi ed esclusi in maniera sproporzionata dalle promesse del mondo capitalistico, rimpiangevano il tempo in cui vivevano sì senza libertà, ma non dovevano preoccuparsi di arrivare a fine mese.


L'esempio dell'Istituto per la conservazione dell'archivio della Stasi


Poco dopo la caduta del muro, il regime comunista diede ordine di cominciare con la distruzione sistematica di tutti i documenti della Stasi (Ministerium für Staatssicherheit). Durante gli oltre quarant'anni di vita delle DDR (Deutsche Demokratische Republik) questo "Ministero per la sicurezza dello stato" aveva raccolto materiale su milioni di cittadini instaurando una cultura del sospetto in cui tutti si spiavano: tra vicini di casa, al lavoro, al bar e anche tra parenti e familiari.


Per fortuna il regime cadde prima che l'opera di distruzione di questo immenso archivio (si parla di alcuni chilometri di cartelle) potesse essere portata a termine. I governi della Germania unita hanno istituito così una struttura apposita per la conservazione e la consultazione di quegli atti, la cosiddetta Birthler-Behörde. Questo istituto, creato e finanziato dallo stato tedesco, è stato negli anni al centro di varie polemiche, come ad esempio la battaglia, poi persa in tribunale, di questo ufficio con l'ex Cancelliere Kohl, per rendere pubblici gli atti raccolti dalla Stasi su personalità pubbliche. Un'altra grossa polemica è stata scatenata dal fatto che solo alcuni anni dopo la creazione si è scoperto che le persone incaricate della gestione di questa struttura e dei milioni di fascicoli avevano assunto alcuni ex dipendenti del Ministero per la sicurezza, cioè della Stasi. I cosiddetti carnefici avevano quindi accesso ai e potere sui documenti che attestavano l'atrocità del loro operato e questo a tutto svantaggio delle vittime. La risposta dei riesponsabili in questo caso fu alquanto pragmatica: solo chi aveva contribuito a creare quella mole incommensurabile di documenti era anche in grado di capirci qualcosa, di raccapezzarcisi e fornire così le indicazioni necessarie per la gestione. Questa è anche la tesi sostenuta da Günter Hellmich in un suo commento per il Deutschlandfunk.


Il documento programmatico del governo sul futuro dei luoghi della memoria storica


Chi ha visto il film "Le vite degli altri" (in originale: Das Leben der Anderen) si è fatto una minima idea di cosa fosse capace di organizzare la Stasi e di quanto, lungi da ogni Ostalgie, la vita al di là del muro fosse dura e ingiusta. Ma a parte il contributo di questo bellissimo film, gli sforzi della gente e della classe dirigente del paese per chiudere definitivamente i conti con questo passato sono minimi. È notizia di questi giorni, infatti, che la Birthler-Behörde avrà una riduzione dei finanziamenti e che si sta discutendo su una sua chiusura anticipata rispetto ai tempi che la stessa Birthler, una tedesca dell'ex germania Est chiamata a dirigere l'ufficio, ha indicato come oggettivamente pensabili. La Birthler-Behörde potrebbe infatti chiudere nel 2010, come riporta il quotidiano Die Welt, alla scadenza del mandato della Birthler stessa, invece che nel 2020 come proposto dall'attuale responsabile.


Bernd Naumann, ministro federale della cultura, ha da poco pubblicato un documento che traccia le linee guida della politica tedesca in questo campo. In questo documento si dice chiaramente che:


  • Der Koalitionsvertrag zwischen CDU, CSU und SPD vom 11. November 2005
    sieht vor, die Gedenkstättenkonzeption „mit dem Ziel der angemessenen Berück-
    sichtigung der beiden Diktaturen in Deutschland“ fortzuschreiben.

    [Il contratto di coalizione tra CDU, CSU e SPD dell'11 novembre 2005 prevede che si prosegua il progetto riguardante i monumenti della memoria storica con "l'obiettivo di arrivare a dare la giusta considerazione ad entrambe le dittature della Germania."]
  • Pur riconoscendo che proprio nel campo del confronto con la DDR e il regime comunista c'è bisogno di uno sforzo maggiore, però, il documento riconosce l'unicità del nazionalsocialismo:

    Der differenzierte Umgang mit den beiden totalitären Systemen in Deutschland ist eine zentrale historische und moralische Verpflichtung bei der Pflege des Geschichtsbewusstseins. Dabei ist den Unterschieden zwischen NS-Terrorherrschaft und SED-Diktatur Rechnung zu tragen. Das nationalsozialistische Deutschland verursachte millionenfaches Leid durch seine menschenverachtende Verfolgungs- und Vernichtungspolitik sowie brutale Eroberungskriege. Die Erinnerung an die NS-Terrorherrschaft wird durch das Wissen um die Singularität des Holocaust bestimmt. Dem Völkermord an den europäischen Juden als Menschheitsverbrechen bisher nicht gekannten Ausmaßes kommt in der deutschen, europäischen und weltweiten Erinnerungskultur unvergleichliche Bedeutung zu.

    [L'approccio differenziato con entrambi i sistemi totalitari della Germania è un dovere storico e morale di vitale importanza nella cura della coscienza storica. In questo bisogna tenere presente le differenze tra il terrore del nazionalsocialismo e la dittature della SED (il partito socialista unico della Germania dell'Est - nda). La Germania nazionalsocialista ha causato dolore a milioni di persone attraverso una politica di persecuzione e distruzione che disprezzava la dignità umana e attraverso brutali guerre di annessione. La memoria dei crimini del nazionalsocialismo è caratterizzata dalla unicità dell'olocausto. Al genocidio degli ebrei d'Europa inteso come crimine contro l'umanità di dimensioni fino ad allora sconosciute spetta, nella cultura della memoria tedesca, europea e mondiale, un'importanza ineguagliabile.]

Il documento, quindi, ribadisce un concetto che, in Germania, è stato spesso oggetto di polemiche: l'unicità dell'olocausto. Di fronte a questo approccio al problema, quindi, le vittime della dittatura comunista si vedono relegare in secondo piano rispetto alle vittime del regime hitleriano. La questione è delicata, soprattutto perché il clima politico e culturale ancora non permette lo svolgimento di un dibattito calmo e oggettivo sull'argomento: chiunque metta in dubbio l'unicità dell'olocausto, volendo in questo modo non sminuire l'importanza storica della Shoà, ma volendo rivalutare l'atrocità di genocidi compiuti in seguito, viene tacciato di antisemitismo e quindi autometicamente delegittimato come interlocutore.


A fronte di quanto detto, quindi, non stupisce che il documento, pur promettendo in teoria un impegno maggiore nell'opera di evocazione della memoria dei crimini della SED, chieda un sostanziale indebolimento dell'ufficio guidato dalla signora Birthler e ne lasci intravedere lo scioglimento in un futuro non troppo lontano, anche in considerazione del fatto che lo scorso anno ci sono stati quasi 100.000 cittadini che hanno chiesto di poter visionare il proprio fascicolo presso l'ufficio.