giovedì 1 luglio 2010

Wulff passa. la Linke tira un sospriro di sollievo

La sinistra e il presidente

Ho letto e condivido le interpretazioni di Walking classe di Germanynews sulle elezioni del presidente della repubblica tedesca del 30 giugno 2010.

Non voglio qui dilungarmi ulteriormente sulle due scoppole incassate dalla cancelliera Merkel, di cui si è discusso e parlato anche nella stampa tradizioneale, ma ritornare ad analizzare il comportamento di quell'altra forza politica che, a detta di tutti (e anche a mio parere) esce sconfitta da queste elezioni: die Linke.

Il comportamento tenuto dal partito non mi sembra logicamente spiegabile. Dopo aver rifiutato in maniera categorica di sostenere la candidatuar di Gauck, il partito di estrema sinistra ha votato compatto per la propria candidata, l'ex giornalista Luc Jochimsen, nelle prime due tornate, per poi ritirare la propria candidata e consigliare ai propri membri l'astensione nella terza votazione.

Platzeck, governatore in Brandeburgo a capo di una coalizione tra die Linke e i socialdemocratici, ha detto in un'intervista poco dopo la chiusura della terza votazione (nella fretta non riesco a trovare il video dell'ARD-Brennpunkt con l'iontervista) e prima dello spoglio che la scelta della Linke di ritirare il proprio candidato e dare libertà di voto ai propri delegati consigliando l'astensione era da considerare un passo avanti. Effettivamente dopo aver dichiarato per settimane che non avrebbero mai sostenuto Gauck, non avrebbero potuto certo cambiare idea alla terza votazione senza perdere politicamente la faccia. Nell'analisi da Realpolitiker di Platzek, quindi, questa scelta di Gysi e soci va interpretata come lo sforzo massimo che la direzione dei Linke poteva fare per venire incontro alle forze progressiste dei verdi e dei socialdemocratici.

Ritirando la propria candidata e consigliando l'astensione, però, i dirigenti della Linke si sono esposti ad un rischio enorme: quello di trovarsi, a conti fatti, con il partito spaccato tra quelli che, nello scrutinio segreto, avrebbero potuto appoggiare il male minore (Gauck) e quelli che, per principio, avrebbero rifiutato il compromesso favorendo così il male maggiore (Wulff).

Non so spiegarmi quale sia il calcolo politico che c'è stato dietro questa scelta, che, alla fine, dal punto di vista della Linke ha pagato, perché i delegati si sono astenuti in blocco, ma ha esposto per alcune ore i vertiti della forza parlamentare di estrema sinistra alla possibilità di una scoppola che avrebbe fatto concorrenza alle due incassate da Frau Merkel.