domenica 18 luglio 2010

Magic Italy: magie delle traduzioni

Ho letto in rete di alcuni strafalcioni nelle traduzioni inglese e francese del sito italia.it e così sono andato a dare una sbirciatina anche a quella tedesca. Ecco alcuni begli esemplari della galleria degli orrori:

Logo di Magic Italy
  • si comincia piano, con "Erlebe Italien": uso dell'imperativo informale dove il tedesco metterebbe la forma di cortesia o userebbe "Italien erleben";
  • si continua poi con "Reisetips": ortografia di prima della riforma. Da anni si deve scrivere "Reisetipps";
  • Sotto "Reise organisieren" i titoletti delle sottosezioni contengono una marea di sostantivi scritti con la minuscola (Per schiff, Im bus...)
  • Sotto "Erlebe Italien", dopo aver scelto una regione, si trovano le quattro sezioni "Beschreibung" (e fin qui tutto ok) e poi "was sehen", "was machen" e "was probieren", traduzioni tanto letterali quanto maccheroniche del testo italiano che fanno pensare alla lingua dei nostri immigrati con la valigia di cartone.

Ho poi controllato l'Emilia Romagna, la mia regione, e devo dire che spero che nessun tedesco capiti su queste pagine, perché si fa quasi prima a contare le parole giuste piuttosto che quelle sbagliate.

Qui un riassunto casuale:

sotto Erlebe Italien > Emilia Romagna > Beschreibung:

  1. nella frase iniziale chi o cosa si estende? In tedesco il soggetto è necessario. Nel testo italiano il soggetto ("questa regione") era presente, nel tedesco dalla prima frase è emigrato nella seconda;
  2. per un non esperto di geografia italica la prima frase è anche alquanto fuorviante, perché si dice che [l'Emilia Romagna] si estende tra il corso del sedere ("Po" in tedesco sono anche le natiche) a nord e le collinette appenniniche a sud (collinette? Cimone e Cusna passano i 2000 metri, caro traduttore...)
  3. le virgole, che in tedesco seguono regole precise come un orologio svizzero, quando sono messe, sono messe a caso (Dieser Kontrast [...] verhilft der Emilia Romagna den Besuchern, wunderschöne Landschaften [...] anzubieten: tra Romagna e "den Besuchern" ci va una virgola, altrimenti non si capisce il senso)
  4. scopro che in Romagna c'è la spiaggia più lunga d'Eurupa (quale sarà invece quella più lunga d'Europa?)
  5. si legge poi un "Der Apennin hingeben", al posto di "der Apennin hingegen"
  6. si può qui passare sopra al fatto che l'espressione "zeigt seine Schönheiten" al plurale è inusuale (quest'espressione viene utilizzata quasi esclusivamente al singolare), ma non al fatto che le bellezze dell'Appennino si possono gustare "forse" (vielleicht) durante una passeggiata, dove il testo italiano ha un ben diverso "magari".

Ma passiamo a quello che c'è da vedere. Allacciate le cinture perché ho trovato cose che voi umani...

Sotto Erlebe Italien > Emilia Romana > Was sehen:

  1. si scopre che alla basilica di San Petronio non solo sono venuti a mancare i soldi per completare la facciata, ma che evidentemente Bologna la ricca e grassa non può permettersi nemmeno le preposizioni: da vedere, infatti, c'è la suddetta basilica mit einer Fassade zur einen Haelfte Marmor und zur anderen Rohling. Cercasi disperatamente un "aus" da preporre a "Marmor", nella speranza che i tedeschi lo capiscano che qui "Rohling" non sta per CD-vergine, ma per lavoro non portato a termine;
  2. si scopre poi che Ferrara è proprietà mondiale dell'Unesco ("Ferrara Unesco-Welteigentum"), insieme ad otto edifici di Ravenna: vittime illustri della cartolarizzazione di Tremonti?
  3. tutta la descrizione di Ferrara è un piccolo capolavoro di orrore grammaticale: Ferrara, zum UNESCO-Welteigentum ernannt, ist ein Beispiel fuer die perfekte Erhaltung der in der Rennaisancezeit entstandenen Werke, welche man in seinen Strassen, Palastfassaden und seinen Kunstwerken sehen kann, was einmal als Kulturhauptstadt bezeichnet wurde. A cosa si riferisce il "was" dell'ultima relativa? Grammaticalmente al "vedere" ecco allora che si viene a sapere che "Ferrara, dichiarata proprietà mondiale dell'Unesco, è un esempio per la perfetta conservazione delle opere sorte nell'età del Rinascimento, che nelle sue strade, nelle facciate dei palazzi e nelle sue opere d'arte si possono vedere, il che una volta è stato dichiarato capitale della cultura";
  4. oltre al fatto che a Ravena ci sono, come detto, otto edifici che appartengono all'Unesco, si scopre, leggendo la traduzione tedesca, che i capolavori di questa città risalgono al XVI secolo in cui Ravenna è anche stata capitale (e si taccia su quel'"indem" al posto di "in dem", già di per sé molto dubbioso). Sant'Apollinare nuovo è quindi una Barockkirche (chiesa Barocca) e il Mausoleo di Teodorico è gotico (sensazione!!!! Il gotico non è nato in Francia nel XII secolo, ma a Ravenna nel VI).

Dopo queste scoperte che rivoluzionano la storia mondiale dell'arte decido di fermarmi. Per oggi non ce la faccio a sopportare di più.

giovedì 1 luglio 2010

Wulff passa. la Linke tira un sospriro di sollievo

La sinistra e il presidente

Ho letto e condivido le interpretazioni di Walking classe di Germanynews sulle elezioni del presidente della repubblica tedesca del 30 giugno 2010.

Non voglio qui dilungarmi ulteriormente sulle due scoppole incassate dalla cancelliera Merkel, di cui si è discusso e parlato anche nella stampa tradizioneale, ma ritornare ad analizzare il comportamento di quell'altra forza politica che, a detta di tutti (e anche a mio parere) esce sconfitta da queste elezioni: die Linke.

Il comportamento tenuto dal partito non mi sembra logicamente spiegabile. Dopo aver rifiutato in maniera categorica di sostenere la candidatuar di Gauck, il partito di estrema sinistra ha votato compatto per la propria candidata, l'ex giornalista Luc Jochimsen, nelle prime due tornate, per poi ritirare la propria candidata e consigliare ai propri membri l'astensione nella terza votazione.

Platzeck, governatore in Brandeburgo a capo di una coalizione tra die Linke e i socialdemocratici, ha detto in un'intervista poco dopo la chiusura della terza votazione (nella fretta non riesco a trovare il video dell'ARD-Brennpunkt con l'iontervista) e prima dello spoglio che la scelta della Linke di ritirare il proprio candidato e dare libertà di voto ai propri delegati consigliando l'astensione era da considerare un passo avanti. Effettivamente dopo aver dichiarato per settimane che non avrebbero mai sostenuto Gauck, non avrebbero potuto certo cambiare idea alla terza votazione senza perdere politicamente la faccia. Nell'analisi da Realpolitiker di Platzek, quindi, questa scelta di Gysi e soci va interpretata come lo sforzo massimo che la direzione dei Linke poteva fare per venire incontro alle forze progressiste dei verdi e dei socialdemocratici.

Ritirando la propria candidata e consigliando l'astensione, però, i dirigenti della Linke si sono esposti ad un rischio enorme: quello di trovarsi, a conti fatti, con il partito spaccato tra quelli che, nello scrutinio segreto, avrebbero potuto appoggiare il male minore (Gauck) e quelli che, per principio, avrebbero rifiutato il compromesso favorendo così il male maggiore (Wulff).

Non so spiegarmi quale sia il calcolo politico che c'è stato dietro questa scelta, che, alla fine, dal punto di vista della Linke ha pagato, perché i delegati si sono astenuti in blocco, ma ha esposto per alcune ore i vertiti della forza parlamentare di estrema sinistra alla possibilità di una scoppola che avrebbe fatto concorrenza alle due incassate da Frau Merkel.