domenica 9 marzo 2008

Leggi che traballano

Legge antifumo e salario minimo dei postini: quando il popolo non c'entra

Foto: www.sueddeutsche.de

Che le lobby di ogni ordine e grado svolgano da sempre un ruolo importante nel processo legislativo di un parlamento è un dato di fatto su cui, credo, tutti siamo d'accordo.

A volte però capita che gli interessi delle parti si combinino in modo bizzarro e producano risultati strambi.

Due di questi risultati riguardano leggi che hanno fatto molto discutere e che ora per motivi diversi, rischiano odi essere riviste: la legge antifumo in Baviera e il salario minimo per i postini.

Baviera: dietrofront su fumo dopo le elezioni

In Baviera la CSU ha scelto di scaricare la responsabilità della propria sconfitta elettorale nelle consultazioni amministrative di alcuni giorni fa sulla legge antifumo entrata in vigore all'inizio di quest'anno. Così, a quanto pare, il fumo tornerà permesso almeno nei tendoni delle grandi feste popolari come l'Oktober Fest. In realtà la stragrande maggioranza dei bavaresi è a favore dell'attuale regolamentazione in materia. La proposta di legge, però era stata una delle più contestate all'interno del partito di governo della Baviera, dove molti sono sensibili alle pressioni dei gestori e proprietari di locali e degli organizzatori della più grande festa popolare del mondo, preoccupati, più che della salute dei propri dipendenti e dei propri clienti, di quella del proprio portafogli.  
Inoltre l'uscita di scena di Stoiber, l'ex padre-padrone della CSU bavarese, ha dato il via libera ad una serie di scosse di assestamento che servono a ristabilire l'equilibrio all'interno del partito: dalla guerra del fumo dipendono poltrone e potere, soprattutto in vista delle elezioni regionali del prossimo autunno.

Il salario minimo dei postini: quella strana alleanza fra SPD, sindacati e grande industria

È di poche ora fa la notizia che il tribunale amministrativo di Berlino ha dichiarato non ammissibile il salario minimo concordato dai rappresentanti dell'industria logistica e il sindacato Ver.Di alla fine dello scorso anno. Come aveva fatto notare già Alessandro Alviani su Ecogermania, l'estensione del salario minimo a tutti gli impiegati del settore e non solo ai dipendenti di Deutsche Post proprio poco prima dell'apertura completa del mercato postale aveva già suscitato polemiche in quanto tra le parti sedute al tavolo di contrattazione erano praticamente assenti i concorrenti dell'ex monopolista di stato, il cui ex amministratore delegato, Zumwinkel, aveva da mesi preteso un salario minimo per il settore. Questa sua richiesta rispondeva principalmente al bisogno della sua azienda di proteggersi nei confronti della concorrenza, che si vede ora costretta a pagare salari più alti, e aveva incontrato naturalmente il favore della SPD, alla ricerca di un campo di battaglia dove ridar vita alla propria componente sociale e di attenzione al mondo dei lavoratori e ai sindacati di settore. I concorrenti di Deutsche Post, però, hanno fatto causa. Il tribunale di Berlino sembra, per il momento, dargli ragione.