Di tutto un po'
Una giornata piena di eventi
Il 23 maggio 2009 è stato un giorno ricchissimo di cose che varrebbe la pena approfondire: i sessant'anni della Repubblica Federale Tedesca, la prima vittoria del Wolfburg nel campionato tedesco di calcio, la rielezione di Horst Köhler a Presidente della Repubblica, l'ipotesi di fallimento per Opel come proposta migliore tra le alternative possibili avanzata dal ministro dell'economia zu Guttemberg...
Mi riprometto di sfruttare questa giornata pletorica per ridare un minimo di regolarità a questo blog ormai molto trascurato, ma per il momento mi vedo costretto a una serie di veloci considerazioni senza possibilità di approfondire.
Partiamo dai sessant'anni della BRD: in Europa credo che nessuno stato abbia avuto sessant'anni così movimentati, intensi, drammatici come la Germania, tra miracolo economico, guerra fredda, divisione Est-Ovest, riunificazione, movimento ecologista e terrorismo. Sessant'anni non sempre chiari, come dimostrano le notizie di questi ultimi giorni su Kurras e il dibattito sulla natura della DDR.
Kurras è un ex poliziotto ultraottantenne ora in pensione che nel 1967 durante una manifestazione studentesca di protesta contro la visita in Germania dello Scià di Persia uccise Benno Ohnesorg, uno studente berlinese che partecipava alla manifestazione. I fatti che portarono al colpo di pistola non sono mai stati chiariti fino in fondo. Rimane il fatto che questa uccisione diede inizio a quella reazione sempre più estremista che sfociò nel terrorismo rosso della RAF.
Ora, quarantadue anni dopo, si scopre che l'azione di quel poliziotto, che ebbe una fortissima carica destabilizzatrice per il fragile equilibrio della giovane Repubblica Federale Tedesca, era guidata dalla STASI, il ministero per la sicurezza della Germania Est. Non credo sia un caso che l'attenzione per questa scoperta, fatta spulciando i chilometri di documenti della Birthler-Behörde, sia venuta fuori proprio in questi giorni in cui il dibattito si è concentrato su un'affermazione di Gesine Schwan, candidata di Socialdemocratici e Verdi alla poltrona di Presidente della Repubblica, che aveva affermato che la DDR non è stata uno Stato dittatoriale. L'affermazione di Gesine Schwan è stata decontestualizzata e travisata e chiunque conosca anche solo superficialmente questa donna credo, a prescindere dalle idee politiche, le riconosca intelligenza, onestà intellettuale e solidissime basi democratiche, ma in questa storia la signora Schwan si è concessa un errore politico un po' da principiante.
Dicendo questo siamo arrivati alle elezioni presidenziali. Mi sembra calzante l'analisi di Gennaro: Köhler un po' insipido, ma rassicurante e "volksnah" (vicino alla gente), Schwan con un profilo più politico e il potenziale per dare colore ad una carica per legge un po' scialba. Interessante è il dibattito politico legato alla votazione, intriso di campagna elettorale.
Köhler poteva contare sulla carta su 614 voti. Ne ha presi 613. Subito CDU, CSU e FDP, i partiti che insieme ai Freie Wähler, sostenevano la candidatura di Köhler, si sono dati a proclami di vittoria, perché questa votazione valeva come primo banco di prova di una possibile coalizione governativa tra cristiano sociali (CDU e CSU) e liberali (FDP) in vista delle elezioni politiche di settembre. Oggi arriva però la risposta dei Verdi, per bocca di Silke Stokar, che afferma di aver votato per Köhler. Visto che la matematica non è un'opinione, almeno due votanti del blocco liberal-conservatore che avrebbero dovuto votare per il vecchio (e nuovo) presidente non lo hanno fatto, se diamo credito alle dichiarazioni della Stokar. Come a dire: i giochi non sono ancora fatti e da qui a settembre il percorso è ancora lungo.
Rimarrebbero Fiat-Opel e Wolfsburg (calcio, ma anche Volkswagen e Porsche), ma sono argomenti troppo ghiotti per essere sacrificati nei cinque minuti che mi concede la mia agenda...
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