Voti al governo uscente
Con il vice cancelliere e ministro degli esteri Steinmeier (SPD) che presenta la sua squadra di esperti inizia ufficialmente la campagna elettorale che porterà alle elezioni politiche di settembre, da cui, salvo sorprese, uscirà vincitrice Angela Merkel.
Tempo allora di dare un'occhiata e distribuire le mie pagelle a questo governo di grossa coalizione uscente.
Angela Merkel: non c'è che dire, la signora Merkel ha fatto bene il suo lavoro. Non tanto nel senso che ha governato bene, ma nel senso che ha convinto quasi tutti di averlo fatto. A livello internazionale ha raccolto successi e complimenti ovunque, presentandosi come una donna competente e decisa. Certo con i leader che c'erano in giro (vedi Mr. B. l'americano e Mr. B. quello che vuol far l'americano) a non sfigurare ci riuscivo anch'io.
A livello di politica interna è riuscita a far passare per abilità di mediazione quello che alcuni critici definiscono mancanza di polso. Si è imposta anche come anima verde dei grandi della terra, anche se poi, in Europa, ha impedito l'adozione di vincoli seri per le case automobilistiche. Aveva promesso un aumento del 2% dell'IVA, poi, arrivata al potere, ci ha ripensato: +3%.
Nota di stile: cinque anni fa aveva riscoperto in campagna elettorale la sua femminilità (niente eufemismi: guardate le foto), poi, arrivata in riva alla Spree, è tornata subito a fare la controfigura di Ollio. Come sex appeal può competere con Rocco Buttiglione.
Voto: 6,5
Frank-Walter Steinmeier: il vice cancelliere e ministro degli esteri ha la fama di uno che lavora molto, che ha una grande esperienza in politica estera e buoni contatti in ogni angolo della terra. A me è sembrato un ottimo diplomatico, ma spesso un politico di terza categoria. Non riesce ad infiammare neanche la diavolina, ha l'aria supponente del primo della classe ed è stato troppo spesso troppo accondiscendente nei confronti di paesi criticabili come la Cina. Dallo scoppio della crisi ha provato a riciclarsi in socialdemocratico degli anni che furono. Non ci ha creduto neppure lui.
Voto: rimandato a settembre
Franz Müntefering e Olaf Scholz: Müntefering è stato ministro del lavoro primo di lasciare a Scholz per stare vicino alla moglie morente. È l'unico animale politico della SPD. È stato il principale fautore dell'innalzamento della pensione a 67 anni. Aveva promesso che con la SPD non ci sarebbe mai stato un innalzamento del 2% dell'IVA e infatti (vedi sopra) l'innalzamento è stato del 3%, ma per tutti è ancora il Genosse (compagno) Münte, quello che dava addosso a quesi capitalisti neoliberisti dei fondi d'investimento. E oggi mette le pezze al di dietro della Hypo Real Estate.
Ad Olaf Scholz, invece, del socialdemocratico non gliene daresti neanche a morire, eppure i temi socialdemocratici (salari minimi per settori) li ha portati avanti lui.
Voto: 5 (Müntefering), 6 (Scholz)
Wolfgang Schäuble: è un reperto di una generazione politica scomparsa, è in carrozzina per un'attentato. Credo siano i motivi per cui le critiche nei suoi confronti, nonostante tutto, siano rimaste contenute. Ha cercato in ogni modo di limitare la libertà individuale dei tedeschi sacrificandola alla sicurezza nazionale (su tutto le perquisizioni online). Moltissima attenzione ai terroristi e troppo poca alla criminalità organizzata.
Voto: 5 (camminasse ancora: 4,5)
Peer Steinbrück: il ministro delle finanze aveva un sogno che stava per realizzare: il pareggio di bilancio. Poi è arrivata la crisi e Steinbrück ha cominciato a spendere senza ritegno: record di indebitamento in un tempo record. È uno che quando parla tremano le ambasciate tedesche di mezzo mondo. Ha rischiato che la Svizzera resuscitasse Guglielmo Tell e dichiarasse guerra alla Germania perché ha accusato i confederati di essere dei criminali fiscali. Ha fatto imbufalire il Lichtenstein e il Lussembrugo.
Della crisi, subito, non aveva capito nulla ("è un problema americano, che si arrangino loro"), poi ha tuonato contro i manager di banca, poi si è prodigato per salvare cani e porci. È un pragmatico e, credo, non incompetente. Non sarà infallibile, ma almeno quando c'è di mezzo lui non ci si annoia.
Voto: 6+
Michael Glos e Karl Theodor zu Guttemberg: Glos, il ministro più incolore della storia repubblicana, capitato per caso in un posto di cui continua a sapere poco, ha lasciato al ministro dal nome più lungo. Zu Guttemberg è il vero gioiello della CSU: giovanile se non più giovane, anima rock, duro, competente, deciso, intelligente, colto, di bell'aspetto, brillante, elegantissimo (che contrasti in quelle foto col pulloveruto Marchionne...). Molto attivo in tempi di crisi, dove la gente vuole più azione e meno chiacchiere ed è disposta a perdonare di più a chi dà l'impressione di fare. È uno di quelli che aspettiamo alla distanza.
Voto: 1 a Glos (per la tenerezza che faceva a volte), 7 a Zu Guttemberg
Sigmar Gabriel: un po' come la Merkel: bravo a passare per "più verde dei verdi", ma se si vanno a vedere i risultati il bilancio è magrino. Tanto fumo e poco arrosto?
Voto: 6=
Ursula von der Leyen: l'anima socialdemocratica della CDU, almeno per quello che riguarda le politiche familiari. A lei si deve la crescita degli asili e l'impegno per l'educazione dei più piccoli. Ha partorito la legge per la maternità allargata ai padri con sgravi fiscali molto allettanti per i ceti medio alti (quelli che non facevano figli). Ha innalzato i sussidi per i figli a carico. Partenza da dieci e lode, poi molte critiche per una legge sulla pedopornografia che sembrava scritta dalla Carlucci.
Voto: 7 (compreso mezzo punto per il cambio acconciatura)
Brigitte Zypries: il ministro della giustizia tedesco, confrontato al nostro Alfano è un faro nella notte. Legislatura di basso profilo e molto tecnica per la Zypries, con alcune punte di diamante come il testamento biologico.
Voto: 7
Franz Joseph Jung: Chi?
Annette Schawan: ministro dell'istruzione. Aveva lavorato benissimo da ministro dell'istruzione del Baden-Württemberg per rendere inutile questo ministero, passando tutte le competenze ai Länder e creando le basi per un caos che neanche il Burundi.
Ministro inutile. E quindi dannosissimo.
Voto: -2 (alla carriera)
Ulla Schmidt: ministro della salute. Polemiche di questi giorni a parte (in vacanza con l'auto blu), ha partorito una riforma del sistema sanitario nazionale che peggiora praticamente tutto senza intaccare il nocciolo del problema, cioè l'assurda separazione tra assicurati della mutua e assicurati privati.
Voto: 4+ (il + se lo merita perché alla fine dimostrerà che aveva diritto di andare in vacanza con la macchina di servizio...)
Che ne pensate?
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