mercoledì 2 settembre 2009

Alla ricerca della campagna (elettorale) perduta

Commento ai commenti alle elezioni regionali

Leggendo in giro ho notato che alcuni giustamente si sono stupiti della lettura fatta dalla stampa italiana dei risultati delle elezioni regionali tenutesi in Germania domenica 30 agosto.
Quasi tutti i quotidiani e le televisioni italiani hanno dato risalto ad una presunta vittoria del partito di estrema sinistra Die Linke e hanno cercato nel volere degli elettori della Sassonia, del Saarland e della Turingia una proiezione del volere dei cittadini tedeschi in previsione delle elezioni politiche del 27 settembre prossimo. Come a dire: attenzione, in Germania tra tre settimane si vota e il pericolo rosso è altissimo.

In realtà mi sembra, come nota anche Germanynews, che queste analisi siano completamente fuori luogo.
  • In primo luogo mai come in questo caso mi sembra che si possa dire che le elezioni regionali abbiano avuto un carattere estremamente regionale: il Saarland combatte da anni con la sua insignificanza geografica, politica ed economica, la Sassonia è stata tormentata da una serie di scandali come il fallimento della banca di proprietà della Sassonia SachsenLB conclusisi con la cacciata solo un anno fa del presidente della regione Milbrandt, sostituito da Tillich, coresponsabile, assieme a Milbrandt, del pasticcio SachsenLB.
  • In secondo luogo queste elezioni erano contraddistinte come poche altre (almeno in due casi) da un sondaggio sulle persone candidate a presidenti della regione: nel piccolo ed economicamente quasi disastrato Saarland molti hanno riposto le loro speranze non nella Linke, ma in Lafontaine, uno che, a prescindere dalle sue idee, ha più peso politico a livello nazionale di tutti i suoi avversari messi insieme. In Turingia credo che sia scattato un meccanismo di respingimento verso Althaus, il presidente uscente, che ha deciso di presentarsi dopo l'incidente in montagna che gli è costato alcuni giorni di coma e che ha portato alla morte di una donna, come se nulla fosse. Ha dato l'impressione da un parte di essere (nonostante tutte le sue smentite in merito) un po' obnubilato, dall'altra di essere una persona fredda. I suoi conterranei non l'hanno apprezzato.

  • Ma è mai possibile che i giornalisti professionisti nostrani abbiano sbagliato così clamorosamente l'analisi?

    Guardando alla reazione della stampa tedesca credo che l'errore sia voluto. Anche l'opinione pubblica tedesca ha infatti cercato di proiettare a livello nazionale i risultati di domenica 31 agosto. Alcuni giornali stanno in questi giorni cercando di insinuare crepe nella CDU, parlando di una strategia elettorale al sonnifero per Angela Merkel.

    In realtà credo che sia i giornlisti italiani sia i giornalisti tedeschi sappiano molto bene che la CDU vincerà le elezioni di settembre e che Angela Merkel sarà la nuova-vecchia Bundeskanzlerin. Questo è il problema: loro lo sanno, i partiti lo sanno, la gente lo sa. Per chi di mestiere deve vendere giornali o farsi ascoltare in televisione non c'è nulla di peggio di dover intrattenere la gente su cose ovvie, scontate, già decise. Su "non notizie". Ecco qui, a mio parere, spiegato lo sforzo con cui la stampa tedesca cerca di vedere problemi o possibili svolte, dove questi problemi e queste svolte non ci sono. Diciamolo chiaramente: questa campagna elettorale è quanto di più antigiornalistico la politica tedesca abbia prodotto dal dopoguerra ad oggi.

    Spostando l'attenzione all'Italia credo che anche qui il motivo vada ricercato nel disinteresse con cui il pubblico italiano segue queste cose. Roberto Giardina, storico corrispondente dalla Germania di vari quotidiani, ha osservato una volta che al lettore italiano non interessa nulla di quello che avviene al di là del Brennero, a prescindere dal tema. Ecco allora il perché, spesso, nei modi e nelle scelte della stampa italiana, le notizie dalla Germania (e da altri paesi esteri, per quanto posso giudicare) sono presentate sempre da un punto di vista che può catturare l'attenzione del lettore/spettatore italiano: sesso, trivialità, nazismo e pericolo rosso.