martedì 30 settembre 2008

Cambio alla guida della CSU: arriva Seehofer

Chi è il nuovo capo dei Cristiano-Sociali bavaresi


Horst Seehofer, che ha appena raccolto la difficile eredità di segretario della CSU da Erwin Huber, è la personalità più di spicco che i cristiano sociali bavaresi abbiano da proporre al momento. Nel panorama piuttosto austero della CSU Seehofer è infatti l'unico (dopo l'uscita di Gabriele Pauli) che non sia afflitto da quel modo di fare da burocrate triste che caratterizza allo stesso modo e senza distinzioni la gerarchia del partito.

Specializzato da sempre su temi legati al sociale, ha ricoperto per questo a livello federale la carica di ministro della sanità negli ultimi due governi Kohl ed è attualmente ministro per l'agricoltura, l'alimentazione e la difesa dei consumatori.

Nato e cresciuto a Ingolstadt, deve forse alla sua origine (il padre era un operaio) la capacità di trovarsi a proprio agio in temi che dovrebbero essere più consoni ai suoi colleghi socialdemocratici. Questo l'ha portato però anche al confronto acceso con il suo stesso partito, come in occasione delle sue critiche alla riforma sanitaria del 2004.

Dopo la rivoluzione interna che ha portato alla cacciata di Stoiber, Seehofer si è candidato alla presidenza del partito, contro le logiche della stessa CSU, che sperava in una candidatura unica di Huber.
Alcuni sospettano che proprio questa sua decisione abbia scatenato la reazione dei vertici della CSU, che sarebbe responsabile in modo neppure troppo indiretto della campagna di diffamazione intentata dalla Bild Zeitung, il quotidiano più venduto in Germania, contro il gigante (poco meno di 2 metri) di Ingolstadt.

La Bild, infatti, ha pubblicato foto e articoli sul figlio avuto da Seehofer in una relazione extraconiugale puntando a mostrare la sua inadeguatezza a condurre un partito che fa dei valori tradizionali della famiglia una delle colonne portanti del suo pensiero.

Ora Seehofer torna a Monaco da vincitore, sapendo di avere dalla sua la base, ma conscio diavere pochi estimatori nel suo partito.