Kurt Beck: il discorso di addio
Accusa la stampa, intende i compagni di partito
Blogosfera molto attenta ai ribollimenti in casa SPD. Prima in ordine di tempo arriva l'analisi di Zeitspiegel, che in tempi ancora quasi non sospetti (3 settembre) dava per certa la candidatura di Steinmeier e riportava "le enormi difficoltà del presidente della Spd Kurt Beck". A ridosso del congresso straordinario della SPD seguono le notizie e i commenti di Walking Class e di Germany News.
Pierluigi Menniti (Walking Class) parla di "terremoto", mentre Giovanni Boggero (Germanynews) definisce la svolta del partito socialdemocratico tedesco "storica".
Io aggiungo alla discussione le poche parole con cui Kurt Beck ha annunciato ufficialmente di rinunciare alla presidenza del partito:
Ho reso pubbliche oggi le mie dimissioni da presidente della SPD. La scorsa notte il piano approntato da me e da Frank-Walter Steinmeier, che prevedeva di partire con la nomina di Steinmeier a candidato per la cancelleria e di impegnarsi insieme per una vittoria alle elezioni politiche del 2009, questo piano è stato affossato.
Dopo che io, oltre due settimane fa, avevo chiesto a Frank-Walter Steinmeier di assumersi l'impegno della candidatura, ci siamo preparati con attenzione e riservatezza a questo passo in una serie di incontri. Faceva parte di questo nostro piano per la compattezza del partito anche l'idea di coinvolgere l'ex presidente del partito Franz Müntefering.
A causa dell'incontro straordinario dei ministri degli esteri della UE a Bruxelles del 1 settembre, si è dovuta spostare la data della comunicazione della candidatura ad oggi.
A seguito di informazioni false appositamente propagate, i media hanno dato una rappresentazione di questa mia scelta completamente diversa. Tutto ciò aveva ed ha lo scopo di togliere al presidente del partito la possibilità di agire e di prendere decisioni. Posto davanti a questo stato delle cose non vedo più possibilità di proseguire nella mia funzione con l'autorità necessaria all'ufficio.
Ho raccolto questo compito per aiutare il partito. Poiché oggi ciò non sembra più possibile, ho tratto queste conseguenze.
Spero che la SPD possa ora presentarsi unita nella battaglia elettorale in corso e in quella a venire e spero che da queste elezioni esca vittoriosa e auguro ai miei successori in bocca al lupo.
[Testo originale da Sueddeutsche.de]
Il comunicato, che a prima vista può sembrare scarno e burocratico, dice in realtà alcune cose sia sulla personalità di Beck, sia sul come possono essere andati effettivamente i fatti:
- Innanzitutto mette in chiaro l'orgoglio di Beck, che fino all'ultimo non rinuncia a voler difendere l'idea, che l'investitura di Steinmeier è avvenuta dall'alto, per grazia ricevuta. Il comunicato dice infatti non solo che Beck ha chiesto a Steinmeier di assumere la candidatura, ma dice anche "il piano approntato da me e da Frank-Walter Steinmeier". Nella lingua tedesca è però prassi mettere l'altra persona al primo posto. Con questa inversione Beck ha sottolineato ancora una volta la gerarchia all'interno del partito.
- I mezzi di informazione vengono incolpati di essersi prestati al gioco sporco di chi ha propagato informazioni false. Il cerchio delle persone che possono aver messo in circolo queste informazioni è però a mio modo di leggere il comunicato di Beck, assai ridotto. Visto che Beck aveva condotto riunioni riservate con Steinmeier, non può che arrivare da lui o dal suo entourage la soffiata ai giornalisti. Oppure, al massimo, da Müntefering, sicuramente contattato nei giorni scorsi per sondare la sua disponibilità ad imbarcarsi nella nuova struttura di comando del partito.
- Beck lascia mostrando di voler essere superiore ai suoi avversari interni. Lui parla di una situazione che rendeva impossibile il lavoro al presidente del partito. Non dice "...di togliere a me la possibilità...", ma "di togliere al presidente del partito la possibilità". La gravità di quanto è successo è quindi non rivolta contro la persona di Beck, ma contro la funzione che ricopriva. È un attacco al partito e alle sue strutture democratiche, che vengono sovrastate da un colpo di stato interno in piena regola.
- Allo stesso modo l'augurio finale di Beck non si rivolge a dei compagni di partito e di strada, uomini e donne in carne e ossa e con nome e cognome, ma a delle persone viste e considerate esclusivamente per la funzione che esercitano: la scelta stilistica di Beck rivela quindi un legame al partito e il riconoscimento della necessità di una certa (auto)disciplina (quella stessa disciplina mancata inmaniera evidente in questi mesi).
|